Concime cap. 15: Quello che rimane

Da novembre dello scorso anno Concime ha perseguito l’idea di dare una forma e una prospettiva ai lasciti del periodo pandemico. La ricerca ha ceduto il passo a una resa di fronte al caleidoscopio della realtà. Il virus e le sue conseguenze hanno inciso su tutti e allo stesso tempo ciascuno ne ha fatto un’esperienza diversa nella propria quotidianità.

Concime cap. 13: La società non è un rubinetto

Oggi si verifica un ribaltamento assiologico per il quale chi si esprime per la “libertà di” è guardato con sospetto. Ogni apertura è seguita dall’avvertimento contro al “liberi tutti”. È come se aspettative modeste quali andare fuori a cena o prendere un caffè al bar fossero diventate delle richieste esagerate. Con Andrea Miconi e Alberto Mingardi, professori dell’università IULM, abbiamo discusso di quanto questo sia preoccupante: le libertà, anche piccole, a cui eravamo abituati prima della pandemia non ci sembrano più normali. Per converso, atteggiamenti come la delazione e il controllo sono stati introiettati e normalizzati.

Concime cap. 12: L’attesa in cui stare

Ogni cambiamento genera uno strappo. Ciò che rimane è una ferita. In fondo, siamo esseri abitudinari. A differenza di chi si fa roccia inscalfibile, resiliente, colui che è disposto a cambiare accetta di morire ogni volta. Il dolore e lo sterco che la vita offre devono essere affrontati. Queste sono le premesse da cui è nato E vissero feriti e contenti, l’ultimo album di Ghemon. Parlandone insieme abbiamo condiviso ciò che la pandemia ha portato nelle nostre quotidianità e i segni che sta lasciando sulle persone.

Concime cap. 11: Rovine da abitare

Viviamo un momento complicato e congelato in cui ci siamo ritrovati paralizzati. È stato però anche un periodo di formazione e di crescita personale e comunitaria. Parlando con la restauratrice Chiara Lorenzetti e Daniel Bilenko, conduttore e documentarista radiofonico, è stata riscontrata la faticosa necessità di gettarsi nel torrente maleodorante con cui la pandemia ha fatto irruzione del quotidiano.

Tempo di arare. Preparare il terreno all’incontro con l’Altro

Gli spazi di condivisione possono nascere spontaneamente. Rispondono a un essenziale bisogno di confronto che va curato e coltivato. Se questo viene dimenticato, abbiamo il diritto e la responsabilità di costruire le occasioni di scambio. Così anche un’ora su Google Meet diventa un momento prezioso per interrogare la propria vita e lasciarsi interpellare dalle esperienze degli altri.

Concime cap. 10: Questo corpo che è una battaglia

Con lo scoppiare della pandemia abbiamo vissuto uno spaesamento iniziale e ci siamo chiesti se ne saremmo usciti migliori o peggiori. Le domande ora si riversano su due sfere: quella collettiva e quella personale. Da una parte emerge la staticità del potere istituzionale, dall’altra la vibrazione di corpi che si cercano. Insieme ai giornalisti Carmen Vogani e Nello Trocchia sono entrata in questo dualismo, nel tentativo di tracciare una mappa che possa orientare le percezioni e i desideri del nostro presente.

Concime cap. 9: È nato un nuovo medium

Negli ultimi decenni, soprattutto con l’avvento della televisione, la comunicazione si è incrementalmente polarizzata. Occorrono vedute più ampie. In questo capitolo di Concime ho parlato del bisogno di mediazione insieme a chi ha fatto del teatro la propria vocazione: la docente di teatro classico Martina Treu e Bryan Doerries, direttore artistico della compagnia newyorkese Theater of War.