Notte dei Ricercatori: due chiacchere con Emma Zavarrone

È il quarto anno che la professoressa Emma Zavarrone si occupa della Notte dei Ricercatori. Elena Tonon l’ha intervistata per chiedere il suo punto di vista sul mondo della ricerca oggi, e su come può essere migliorato.

Il ruolo dei giovani nella ricerca

In termini generali sappiamo che l’Università Italiana non gode di ottima salute, sia a livello organico, che a livello economico. È, purtroppo, un settore in cui non sempre vige la meritocrazia, e il buon lavoro spesso non è premiato.

La Notte dei Ricercatori nasce dalla volontà di cambiare le cose, di divulgare conoscenza e di aprirci gli occhi. Il sapere è prezioso. È ciò che ci porta al progresso, è l’unica cosa che comporta un cambiamento. Questo progetto ci dà la possibilità di attivarci, di aprire le nostre menti ad un mondo che prima poteva sembrarci lontano e che in realtà è ricco di opportunità, ovvero quello della ricerca.

Secondo le parole della professoressa, soprattutto i giovani dovrebbero essere più coinvolti nella ricerca, perché nel nostro paese la fascia d’età media dei ricercatori è piuttosto alta. Questo porta una lenta innovazione e poco spazio ad una visione più fresca. Per questo è così stimolante la partecipazione di studenti al progetto della Notte dei Ricercatori. L’interazione tra docenti e alunni porta spesso a nuove prospettive e ad un ambiente di conoscenza davvero dinamico.

Spicchi di cultura

Un fattore essenziale per divulgare il sapere è l’interazione, affinché un’idea venga discussa e di conseguenza diffusa. Gli effetti della ricerca possono essere riscontrabili solo se compresi dalla società. Infatti, un secondo aspetto fondamentale è la semplicità.

La cultura non ha età. La Notte dei Ricercatori accoglie chiunque abbia sete di conoscenza, dai più piccoli ai più grandi. Perciò vuole offrire spicchi di sapere ad un pubblico ampio e vario.

Con il tema di quest’anno, la sostenibilità, dovremmo sentirci tutti più coinvolti e in dovere di informarci, per scagionare il debito che abbiamo da ormai tanti anni nei confronti dell’ambiente.

La ricerca al passo con i tempi

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne del 25 Novembre, la professoressa Zavarrone ricorda una ricerca fatta in collaborazione con il professor Matteo Bittanti, esperto in nuove tecnologie.

La ricerca si focalizza su quanto i videogiochi riflettano alcuni comportamenti della società contemporanea, in particolare sul ruolo delle donne. La prima protagonista femminile in un videogioco è stata Lara Croft in Tomb Raider. La professoressa sottolinea come questo avatar abbia dovuto assumere caratteristiche prettamente maschili, per aver la possibilità di essere il personaggio centrale.

Avatar di Lara Croft nel videogioco

Un meccanismo simile lo ritroviamo nell’ambito lavorativo, nel quale le donne devono assumere dei comportamenti considerati maschili per ricoprire cariche solitamente affidate a uomini.

Per concludere, la ricerca non è determinata solo da una sete di conoscenza, ma vuole riportare delle problematiche attuali ancora irrisolte. Il dialogo e l’informazione sono gli ingredienti necessari per portare un effettivo cambiamento nelle nostre vite e nel mondo.

1 Commento

  • Pubblicato il 10 Dicembre 2020 17:58 0Likes
    Pino

    Tomb Raider

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