FACCIAMO IL PUNTO: le news della settimana

Il Blog di Radio IULM vi propone ogni sabato “Facciamo il punto“: una rassegna di alcune delle notizie più rilevanti della settimana. Attraverso un viaggio che si snoda in tutto il mondo ripercorriamo assieme i fatti che hanno occupato le pagine delle principali testate giornalistiche.

Elezioni presidenziali Stati Uniti 2024: i candidati

Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2024 potrebbero rivelarsi una rivincita delle elezioni del 2020, poiché Joe Biden e Donald Trump sono tra i sette candidati che si contendono le nomination democratiche e repubblicane. Mentre Biden ha ufficialmente annunciato la sua candidatura per la rielezione, Trump è in campagna elettorale dallo scorso autunno. Attualmente, Biden e Trump sono considerati i contendenti più forti nei rispettivi partiti. Tuttavia, le questioni legali e l’età di Trump (82 anni alla fine del suo mandato se eletto) potrebbero rappresentare delle sfide per la sua campagna.

Nikki Haley, ex fedele di Trump, si presenta come un’alternativa a questo, sottolineando il cambiamento generazionale e cercando di attrarre gli elettori di minoranza. Ron DeSantis, governatore della Florida, è un altro possibile sfidante, noto per le sue posizioni di estrema destra. Anche Mike Pence, ex vicepresidente di Trump, sta valutando una candidatura, prendendo le distanze dal magnate americano dopo l’assalto al Congresso. Tra i democratici, Biden si concentra sulla continuità e sul ripristino della dignità della classe lavoratrice: non è emerso alcuno sfidante che metta a rischio la sua campagna all’interno del partito. Robert Kennedy Jr. e Marianne Williamson sono candidati minori nella corsa democratica, con Kennedy noto per le sue opinioni controverse sui vaccini e Williamson per le sue convinzioni spirituali.

Per approfondire:

“Quote rosa” in Vaticano: Papa Francesco emette nuova legge canonica

Papa Francesco ha emesso una nuova legge canonica che riconosce alle donne due “ministeri” nella Chiesa, consentendo loro di svolgere ruoli ufficiali durante le celebrazioni. Questi ruoli includono il lettorato e l’accolitato, che permettono alle donne di leggere brani delle sacre scritture e di assistere i sacerdoti sull’altare. È importante sottolineare che questa decisione non rappresenta un passo verso l’ordinazione sacerdotale, che rimane esclusivamente riservata agli uomini.

La presenza delle donne in questi ruoli era già pratica consolidata, ma ora diventa una legge nel diritto canonico. Papa Francesco ha affermato che questa decisione si basa su uno sviluppo dottrinale che ha evidenziato come certi ministeri nella Chiesa siano fondati sul comune stato di battezzato e sul sacerdozio regale ricevuto nel Sacramento del Battesimo. Questi ministeri laicali possono essere affidati a tutti i fedeli idonei, indipendentemente dal genere. Tuttavia, i ministeri “ordinati” come vescovi, presbiteri e diaconi rimangono riservati agli uomini.

(Foto Vatican Media/SIR)

Il Papa ha sottolineato il prezioso contributo dei laici, sia donne che uomini, e ha affermato che l’apertura di questi ministeri alle donne riconosce il loro importante ruolo nella vita e nella missione della Chiesa. Questa decisione si allinea con quanto già stabilito nel documento finale del Sinodo sull’Amazzonia del 2019.

Per approfondire:

Def: (forse) ci siamo

In seguito all’eclatante bocciatura avvenuta nell’Aula di Montecitorio questo giovedì, a causa della mancanza di maggioranza assoluta che ha costretto il governo a richiedere una riunione d’urgenza per riapprovare la risoluzione sullo scostamento di bilancio, il processo è ripreso.
La Camera dei Deputati ha riesaminato stamani il Documento di economia e finanza (Def) approvato dal governo, mentre il Senato è stato convocato per le 14. 

Camera dei Deputati in discussione
(IPA/Fotogramma)

Nel frattempo, la premier Giorgia Meloni ha concluso la sua visita a Londra e ha escluso la sostituzione di coloro che ricoprono doppi incarichi, preparandosi per il Consiglio dei ministri del Primo maggio
Durante la stesura del Def, il governo si impegna a trovare un equilibrio tra le spese, considerando importanti voci come la previdenza. Secondo la Nadef, le spese previdenziali passeranno dai 297,3 miliardi del 2022 a 320,8 miliardi di euro nel 2023. Ad ora l’introduzione di Quota 41, che avrebbe un costo annuale di 9 miliardi di euro, non sembra essere una soluzione immediata. Tuttavia rimane da comprendere cosa accadrà dopo la scadenza di Quota 103 a fine dicembre (i sindacati stanno già chiedendo un confronto su questo tema). Inoltre, ci sono anche gli stanziamenti per le missioni internazionali del settore militare che influenzeranno le finanze pubbliche.
Tra le variabili che influenzeranno la crescita economica c’è lo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che attualmente è oggetto di controversie politiche a causa dei ritardi nei bandi, che potrebbero compromettere l’utilizzo di una parte delle risorse.

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