Conclave: l’elezione del Pontefice nel cinema

Dopo la morte di Papa Francesco, Roma si prepara ad accogliere il Conclave, l’assemblea di cardinali che darà alla Chiesa Cattolica un nuovo Pontefice.

Quest’anno, però, il termine conclave ha assunto un’eco particolare anche al di fuori del contesto strettamente ecclesiastico grazie all’omonimo film di Edward Berger. L’opera, infatti, ha riportato sotto i riflettori l’intrigante rituale dell’elezione papale ponendosi come uno dei tanti esempi di come il cinema, con la sua capacità narrativa e simbolica, possa offrire una forma di mappa culturale ed emotiva per orientarci nel presente.

Cos’è il Conclave?

Il termine conclave ha origine dal latino “cum clave”, che significa letteralmente “chiuso a chiave”. Questa espressione fa riferimento sia al luogo fisico in cui si svolge l’elezione del Papa, sia all’assemblea dei cardinali che vi prendono parte. Durante il conclave i cardinali elettori, provenienti da ogni parte del mondo, vivono isolati dal resto della società. Lo scopo è proteggere la riservatezza delle votazioni ed evitare influenze esterne sul processo decisionale.

Durante lo svolgimento del conclave, gli scrutini sono svolti nella Cappella Sistina che è sottoposta a rigide misure di sicurezza per garantire l’assoluto riserbo delle operazioni.

Sono svolte due votazioni al mattino e due al pomeriggio, per un totale di quattro scrutini al giorno. Al termine di ogni votazione, le schede vengono raccolte, deposte nell’urna, mescolate e poi conteggiate. Se il numero delle schede non corrisponde al numero dei cardinali elettori presenti, tutte vengono bruciate senza essere scrutinate ma nel caso in cui il conteggio risulti corretto, ha inizio lo spoglio. Con l’ottenimento da parte di un candidato di almeno i due terzi dei voti, si ha l’elezione del nuovo Pontefice e dal comignolo della Cappella Sistina, si leva la celebre fumata bianca.

“Conclave” di Edward Burges (2024)

Nell’era contemporanea, in cui i social media permettono di seguire in tempo reale la vita degli altri, il concetto di FOMO, acronimo inglese di Fear of Missing Out, ovvero “paura di essere tagliati fuori”, assume nuovi significati tanto da poter essere applicato perfino al conclave. Dopotutto, cosa c’è di più esclusivo e inaccessibile di una votazione segreta nella Cappella Sistina?

Il film Conclave di Edward Berger, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Robert Harris, si inserisce perfettamente in questo scenario, riscuotendo un ampio consenso sia da parte del pubblico che della critica, tanto da ottenere otto candidature agli Oscar e portare a casa una vittoria.

Il ruolo da protagonista è interpretato da Ralph Fiennes, noto al grande pubblico soprattutto per aver interpretato Lord Voldemort nella saga di Harry Potter. Qui veste i panni del cardinale Thomas Lawrence, Decano del Sacro Collegio, incaricato di vigilare sulla correttezza delle operazioni e di contenere le ambizioni talvolta spregiudicate dei cardinali papabili. Attorno a lui si muove un cast d’eccellenza che include Isabella Rossellini nei panni di suor Agnes, Stanley Tucci e Sergio Castellitto, nei ruoli dei cardinali Bellini e Tedesco .

Attraverso l’ingegnosa costruzione dei personaggi e delle loro dinamiche, Berger esplora un’istituzione attraversata da segreti, compromessi e verità taciute che rischiano di intaccare non solo la sua integrità ma anche la reputazione di coloro che la compongono.
Il regista offre così al pubblico, seppur in modo fittizio, l’opportunità di partecipare alle riservate operazioni di voto.

“Habemus Papam” di Nanni Moretti (2011)

Il titolo del film riprende la storica formula latina pronunciata dal cardinale protodiacono per annunciare al popolo l’elezione e l’accettazione di un nuovo Papa. Nanni Moretti parte proprio da questa solenne frase per costruire una storia paradossale ma profondamente umana: il Papa è stato scelto, ma non vuole esserlo.

Il neoeletto colto da un improvviso e violento attacco di panico, fugge via interrompendo la cerimonia prima che la sua elezione venga ufficialmente proclamata. Lo smarrimento colpisce non solo i fedeli in attesa, ma anche e soprattutto i cardinali, che pure tra mille riserve dettate dalla dottrina, decidono di affidarsi a uno psicoanalista per cercare di comprendere le ragioni del rifiuto e favorire un possibile ripensamento da parte dell’alto prelato.

Nanni mette in scena una commedia che si oppone al cieco fanatismo spesso legato all’istituzione religiosa e alla figura del Pontefice, restituendo l’immagine di un conclave messo di fronte alla condizione più universale degli uomini: il senso di inadeguatezza.

“The Young Pope” di Paolo Sorrentino (2016)

La narrazione della serialità televisiva si presta per raccontare la storia di Lenny Belardo, un giovane cardinale americano eletto con il nome di Pio XIII.

Lenny è un personaggio freddo, enigmatico, profondamente segnato dal rifiuto materno che ha subito da bambino e che ha segnato il suo rapporto con Dio. La sua fede è modellata da un’idea d’amore condizionato: se l’amore di una madre può venire meno, forse anche quello di Dio non è incondizionato.

Sorrentino affronta di petto la religione ritornando costantemente a interrogativi profondi e inquieti. La fede nasce dall’amore o dalla paura? Si può guidare il popolo verso Dio se non si è capaci di amare? Come si cerca la fede e come si perde la fede?

Un’opera che richiama l’attenzione sull’elemento fondante di ogni esperienza spirituale: la fede, che non può esistere senza amore.

“L’amore è la misura della fede, e la fede è l’anima dell’amore”

Papa Francesco commentando il vangelo del 26 ottobre 2014.

Diritti d’autore immagine in evidenza Copyright 2025 The Associated Press. All rights reserved

Autore

Lascia un commento