Forse non tutti sanno che la – da molti amatissima – saga di Harry Potter porta con sè una tragica storia accaduta sul set. È il 29 gennaio 2009 quando, durante le riprese del penultimo film (Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1), un’esplosione genera il caos e scatena terrore in tutti i presenti ai Leavesden Film Studios di Londra.
David Holmes
Il britannico David Holmes ha oggi 44 anni e tutta la sua vita lavorativa si è sempre concentrata su un mestiere soltanto: lo stuntman. Già all’età di 14 anni si allenava in ginnastica, trampolino, tuffi acrobatici, kick boxing, equitazione e nuoto. Nei vari ruoli da lui coperti (tra cui ricordiamo La bussola d’oro e Prince of Persia), quello più importante e significativo è stato indubbiamente proprio il famosissimo Harry Potter.
È notorio che gli attori, sul set, siano stati in grado di creare un clima di amicizia talmente stretto da diventare familiare, ma spesso si dimentica di tenere conto all’interno di questa grande famiglia anche tutte le persone coinvolte nelle riprese ma non necessariamente nel cast originale. E David Holmes era, a tutti gli effetti, uno dei suoi componenti, avendo già rivestito il ruolo di Potter e avendo preso parte a tutti i film precedenti, anche sotto altri nomi. Infatti, dato il suo eccellente valore come controfigura, nei primi due film della saga, gli è stato offerto di interpretare anche il ruolo di Terence Higgs, il cercatore della squadra di Quidditch di Serpeverde.

In onore anche alla nuova categoria agli Oscar per lo stunt design, non si può non conoscere una delle vicende che fecero più scalpore dentro e fuori dal fandom di Harry Potter.
L’incidente
Quel giorno si stava girando una scena molto importante per la saga, e tutti gli occhi dei presenti erano fissi sul set. Ma nessuno poteva prevedere che l’esplosione necessaria all’ambientazione avrebbe rotto l’imbracatura del povero David, facendolo scagliare rovinosamente al suolo. L’impatto fu decisivo e, sebbene fosse ancora cosciente al momento dello schianto, subito dichiarò di non sentirsi più le gambe. Nel panico generale, Holmes fu subito portato al Watford General Hospital, costringendo l’immediata interruzione delle riprese. Molti fans accorsero in ospedale per mostrare la propria vicinanza. Nei giorni successivi al ricovero, il malcapitato e la sua famiglia annunciarono che sarebbe tornato sul set non appena possibile, ringraziando i medici per essere stati in grado di evitare la paralisi.
Il 16 marzo 2009 però la diagnosi dei medici spezzò tutti i sogni ancora accesi: il ragazzo aveva soltanto il 5% di possibilità di recuperare l’utilizzo degli arti, paralizzati a causa della tetraplegia permanente causata dalla caduta.
Si trattò di un incidente che colpì tutti sul set, cambiando la vita non soltanto a Holmes.

The Boy Who Lived
Per rendere omaggio alla figura significativa che è stato durante la saga, il 15 novembre 2023 è uscito su Prime Video, Sky e HBO Documentary Films il documentario David Holmes: The Boy Who Lived, che ha visto Daniel Radcliffe nei panni di produttore esecutivo. Promosso proprio dallo stesso attore per sensibilizzare e promuovere una maggiore sicurezza sul lavoro per le controfigure, il progetto narra della storia dell’amico David prima, durante e dopo l’incidente. La regia, inizialmente pensata da Daniel, è stata invece poi dallo stesso affidata a Dan Hartley per la sua maggiore capacità nel campo, che lo aveva visto già coinvolto nella produzione dei film di Harry Potter, garantendo quindi inoltre una narrazione intima e rispettosa.
Nel documentario sono ben raccontati i rapporti fra la troupe, l’avvenimento, e lo svilupparsi delle relazioni interpersonali in seguito a quest’ultimo. Viene mostrato come Holmes sia riuscito a mantere il proprio spirito indomito, continuando a sostenere la comunità degli stuntman e delle persone con disabilità.Trovare il consenso di Holmes per la produzione, però, non è stato facile, e Radcliffe ha dovuto insistere molto prima di ottenere un sì come risposta e convincerlo a parlar di sè.
Riuscivo a muovere il braccio per prendere la sua mano, ma non riuscivo a stringerla. L’ho guardato negli occhi e allora ho capito quanto fosse grave ciò che era accaduto. Ricordo che continuavo a perdere i sensi e a rinvenire per il forte dolore. Prima di quell’incidente mi ero già rotto le ossa e perciò ho riconosciuto subito quella sensazione strana che pervadeva tutto il mio corpo. Lo sapevo che avevo fatto qualche danno.
David Holmes in “David Holmes: The Boy Who Lived“
Il rapporto con David Yates
Nel documentario viene, tra gli altri, affrontato in maniera molto profonda il non-rapporto con il regista di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, David Yates.
Sebbene l’incidente non fu causato da negligenza diretta, Yates si sentì sempre assai responsabile dell’accaduto. Fu questo un ulteriore motivo per cui non mancarono da parte sua sostegno e partecipazione nel dolore, ma non sempre in maniera diretta. Durante tutta l’ora e mezza di racconto, David Holmes non mostra rancore verso il team di regia e sottolinea che la responsabilità fosse per la maggior parte sua, che fosse conscio dei rischi che correva. L’assenza dell’allora regista nel documentario però testimonia una frattura emotiva, specialmente da parte di Yates, difficile da superare. Non c’è mai stato un vero confronto pubblico o privato tra i due dopo l’incidente e, pur percependosi un velo di dolore nel silenzio e nella distanza del regista, Holmes ha comunque sempre mantenuto un atteggiamento dignitoso e comprensivo.
In generale, il sottotesto del documentario vuole comunicare come l’incidente sia stato vissuto come una tragedia che colpì tutti, e non come un errore da attribuire a un singolo.

Immagine di copertina: Il Giornale