Oscar 2025: i vincitori

Domenica 2 marzo si è svolta la 97ª edizione degli attesissimi Academy Awards, presso il Dolby Theatre di Hollywood, Los Angeles. In Italia, è stato possibile seguire l’evento in diretta su Rai 1, condotto da Alberto Matano, insieme a diversi ospiti.

Il trionfo: Anora nella storia

Su chi ha trionfato nelle principali categorie nominate (qui è possibile recuperare i possibili vincitori) non c’è dubbio: è Anora di Sean Baker. Il film indipendente fa la storia aggiudicandosi 5 statuette di cui 4 per un solo regista, in un unica sera.

Tra le favorite nella corsa all’Oscar come migliore attrice protagonista c’era senza dubbio Demi Moore per il suo ruolo in The Substance (2024): dopo una carriera di oltre quarant’anni, vince il Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale. Tuttavia, in quella serata e specie in quella categoria, si potevano fare pronostici fino a un certo punto: a sorpassare Demi Moore e le altre contendenti alla statuetta, è Mikey Madison per il suo ruolo in Anora (2024), vincitrice già del BAFTA come migliore attrice. “È davvero surreale. Un sogno che si realizza, forse mi sveglierò domanicommenta l’interprete.

Anora si porta a casa l’Oscar come miglior montaggio, insieme alla miglior sceneggiatura originale, (entrambi dello stesso Baker) e l’Oscar alla migliore regia. Quinto Oscar, il più atteso, è quello del miglior film: una categoria molto ricca. Accanto ad Anora, The Brutalist (Brady Corbet), Conclave (Edward Berger), The Substance (Coralie Fargeat), A Complete Unknown (James Mangold), Nickel Boys (RaMell Ross), Sono Ancora Qui (Walter Salles), Dune: Parte Due (Denis Villeneuve), Emilia Pérez (Jacques Audiard) e Wicked (Jon M. Chu). Sean Baker si aggiudica anche questo prestigioso premio, vincitore solo lui di 4 premi, al pari di Walter Disney (ma per quattro film diversi) e lascia un segno indelebile nella storia del cinema. Non ha potuto astenersi da esprimere la gioia:

Grazie all’Academy per aver riconosciuto i film indipendenti, lunga vita al cinema indipendente. Le sale indipendenti fanno fatica, durante la pandemia abbiamo perso 1000 cinema negli Stati Uniti. Ai registi dico di fare film che vengano proiettati al cinema, ai distributori dico di focalizzarsi sulle uscite al cinema, e ai genitori chiedo di far vedere ai figli i film al cinema, i vostri bambini saranno la futura generazione di cinefili e noi potremmo così tenere viva e vegeta questa esperienza.

Sean Baker nel discorso riportato da Tgcom24

Le statuette quasi a pari merito

Con ben 10 nominations ai premi Oscar, The Brutalist (2025) se ne porta a casa solo 3. Tra queste, miglior colonna sonora originale a Daniel Blumberg e migliore fotografia per Lol Crawley: categoria, quest’ultima, premiata dall’attrice italiana Alba Rohrwacher, interprete nel film Maria (Pablo Larraìn, 2025) che contendeva anch’esso la statuetta per la migliore fotografia. “Il premio per la fotografia è poi il riconoscimento alla luce del film, che è il palpito, la vita di una storia” dice l’attrice fiorentina.

Infine, a coronare questa vittoria, The Brutalist vede il trionfo ai premi come miglior attore protagonista per Adrien Brody, già vincitore per il Pianista (2003), film con cui diventò il più giovane attore, all’età di 29 anni, a vincere in questa categoria. Nonostante le critiche per l’utilizzo nei dialoghi e nelle immagini dell’intelligenza artificiale, la statuetta è nelle sue mani. Stavolta, però, era una battaglia fra lui e l’interprete di A Complete Unknown, Timothée Chalamet, seconda candidatura dopo Chiamami col Tuo Nome (2018). Se avesse vinto, Chalamet avrebbe strappato il primato a Brody, poiché sarebbe stato lui l’attore più giovane a vincere in questa categoria, all’età di 29 anni ma con qualche mese di differenza rispetto all’ormai due volte premio Oscar Brody.

Segue il musical Wicked che ha visto, tra l’altro, le due interpreti aprire il sipario con una splendida esibizione cantata. Il film ottiene due riconoscimenti: miglior scenografia per Nathan Crowley e migliori costumi per Paul Tazewell. Anche quest’ultimo segna la storia, “sono il primo nero a vincere questo premio. Sono estremamente orgoglioso di questo”, conclude Tazewell.

Ariana Grande e Cynthia Erivo in un’immagine del film (da Chippu)

Emilia Pérez non trionfa

Dopo il clamore dalla sua uscita, a causa delle polemiche che ruotarono intorno al film, il successo di Emilia Pérez (2024) non sembrava più così scontato, ma una cosa è certa: il film è stato plurinominato, con ben 13 nominations. I pronostici su questo erano praticamente unanimi e furono giusti: Zoe Saldana vince come miglior attrice non protagonista per il suo ruolo in Emilia Pérez, ed è la prima americana di origini domenicane a ritirare l’Oscar. Non sono mancati i ringraziamenti alla sua famiglia nel discorso, toccando il tema degli immigrati a fronte delle sue origini, e questo non può che destare l’attenzione ai recenti avvenimenti in America:

Sono un’orgogliosa figlia di genitori immigrati che sono arrivati qui con sogni e dignità, sono la prima americana di origine domenicana a ricevere questo premio e di certo non sarò l’ultima. Ricevo un premio per un ruolo in cui parlo, canto e recito in spagnolo, mia nonna sarebbe orgogliosa. Voglio davvero ringraziare tutti.

Zoe Saldana in un discorso riportato da FQ Magazine

Il film viene premiato anche per la migliore canzone originale, El mal di Clément Ducol, Camille e Jacques Audiard. Accanto a questo film, premiato fu A Real Pain (2025) che vede la regia di Jesse Eisenberg, protagonista accanto a Kieran Culkin a cui andò la statuetta come migliore attore non protagonista.

Con 2 Oscar anche Dune: Parte Due: il film di Villeneuve vince per i migliori effetti visivi di Paul Lambert, Stephen James, Rhys Salcombe e Gerd Nefzer e miglior sonoro di Gareth John, Richard King, Ron Bartlett e Doug Hemphill.

Nonostante le candidature come attore non protagonista per Ralph Fiennes (già candidato per Schindler’s List, 1993 e il Paziente inglese, 1996), attrice non protagonista per Isabella Rossellini, migliori costumi, miglior film, miglior montaggio, miglior scenografia e migliore colonna sonora, Conclave (2024) ritira l’Oscar solo come miglior sceneggiatura non originale, di Peter Straughan. Una vittoria anche per The Substance, per miglior make-up e hairstyling grazie a Pierre-Olivier Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli.

Film internazionale e non solo

Come miglior film internazionale, la statuetta spetta al film brasiliano Io Sono Ancora Qui (2025). Come miglior cortometraggio d’animazione, In The Shadow of the Cyprus (2023) di Shirin Sohani e Hossein Molayemi si accaparra l’Oscar mentre come miglior cortometraggio documentario è la volta di The Only Girl in the Orchestra (2023), per la regia di Molly O’Brien e Lisa Remington. Come miglior cortometraggio, l’Oscar lo vince I’m Not a Robot (2023) di Victoria Warmerdam e Trent mentre come miglior documentario la statuetta va a No Other Land di Basel Adra, Rachel Szor, Hamdan Ballal e Yuval Abraham. Per concludere, l’Academy Award come miglior film d’animazione se lo porta a casa Flow – un mondo da salvare di Gints Zilbalodis, film d’animazione indipendente e primo Oscar per la Lettonia.

Una scena tratta dal film Flow (da Film)

Anche quest’anno la notte delle stelle si è conclusa. Non ci sono state particolari soprese, infatti le vittorie hanno confermato praticamente tutti i pronostici dei giorni passati. L’Italia, nonostante sia stata rappresentata da Isabella Rossellini, non ha avuto la fortuna di concorrere nella categoria come miglior film straniero.

Tuttavia, dato che quest’anno gli Oscar hanno segnato la storia in diverse categorie, chissà se l’anno prossimo l’Italia non potrà accumulare premi e fare brillare il cinema italiano nella serata dove tutto è possibile e nulla stabilito.

Immagine in evidenza: everyeye.it

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