ANORMALE: This man, hai mai sognato quest’uomo?

Nel gennaio del 2006 una donna ha disegnato il volto di un uomo apparso in alcuni suoi sogni e lo ha mostrato al suo psichiatra. This Man si sarebbe poi manifestato nei sogni di altre persone provenienti da tutto il mondo. La cosa misteriosa è che tutti coloro che lo hanno incontrato nel sonno affermano di non aver mai incontrato o conosciuto l’uomo nella vita reale.

Nel gennaio del 2006, una paziente di un noto psichiatra newyorkese disegna il volto di un uomo misterioso apparso più volte nei sogni. L’uomo fornisce consigli sulla vita della paziente, ma c’è qualcosa di strano: la paziente afferma di non conoscere quell’uomo e di non averlo mai visto nella vita reale.

Con il passare del tempo altri pazienti dello psichiatra vedono il ritratto e riconoscono il volto disegnato sul foglio originale rimasto nello studio del medico.

Lo psichiatra decide di indagare a fondo inviando una copia dell’abbozzo ad altri colleghi. Ed è qui che il fenomeno esplode: sono tantissime le persone che giurano di aver sognato “This Man” e di aver, a loro volta, ricevuto consigli di vita. In mezzo a tanti incontri amichevoli c’è anche chi si è trovato a dover combattere o a dover scappare dal misterioso uomo.

Com’è nata la leggenda su This Man? Si tratta di verità o di finzione?

Lente alla mano e cerchiamo di indagare meglio!

Alcune teorie diffuse

Dietro al fenomeno This Man sono nate alcune teorie: alcuni pensano si tratti di Dio, altri pensano che si tratti di un volto conosciuto a livello primordiale, c’è chi crede sia parte di un progetto di manipolazione mentale, o che si tratti della dimostrazione che i sogni collettivi ipotizzati da Carl Gustav Jung siano realtà e chi crede che sognarlo sia normale se si è stati esposti a manifesti con il volto dell’uomo o a discorsi a riguardo.

Su internet è possibile trovare altre ipotesi su questa faccenda: su YouTube sono disponibili video esplicativi o testimonianze di chi lo avrebbe incontrato nel mondo onirico.

Ad esempio, la youtuber Giadina ha pubblicato un video dove racconta la sua personale esperienza, presentando poi un’altra teoria da lei elaborata molto affascinante: stando alle ricerche effettuate dalla creator su siti e blog a tema, l’uomo si presenterebbe sempre con un nome iniziante con la lettera R.

Video testimonianza realizzato da @Giadin

Tutto ha inizio in Italia

Dietro la leggenda di This Man si cela un sociologo e design fiction artist, oltre che pubblicitario e autore per cinema e televisione: Andrea Natella.

Fondatore dell’azienda Guerrila Marketing, un’agenzia di comunicazione non convenzionale italiana, Natella è un esperto di creazione e diffusione di contenuti d’impatto.

Nel 2001 ha collaborato con Andrea Ruggeri per una particolare promozione turistica su Riccione. Vennero lasciate tracce di finti reperti di UFO nella città, sostenuti da cartelloni pubblicitari e da copertura mediatica da parte dei media tradizionali. Vennero seminate le tracce, lanciato l’allarme, pilotati i media e, infine, smentita la bufala.

Immagine disponibile sul sito guerrillamarketing.it

Ma torniamo sulle nostre tracce: quando nasce la storia del misterioso uomo?

La storia nasce da un esperimento messo in atto dal sociologo nel 2008, i cui motivi non risultano chiari tutt’ora. In teoria si può guardare questa bufala come a una denuncia critica: troppo spesso non verifichiamo le fonti di ciò a cui siamo esposti e, inoltre, risultiamo facilmente suggestionabili.

Basta leggere la storia con occhio scettico per notare l’assenza di elementi chiave per la veridicità del racconto: il noto psichiatra, la paziente e i colleghi del medico non possiedono un’identità; è infatti impossibile risalire ad una fonte attendibile non avendo questi dati alla mano.

L’esperimento ha raggiunto milioni di persone e, dopo il suo inizio, il sito thisman.org aveva ricevuto oltre 10.000 mail di testimonianze di avvistamenti dell’uomo nei sogni degli utenti.

Anche il sito ha giocato un ruolo importante, alimentando il manto di mistero attorno alla bufala.

Sul sito thisman.org è possibile trovare un identikit dell’uomo, flyers scaricabili da appendere, notizie a riguardo e possibili teorie (dal 2011 non sono più state caricate nuove informazioni), ed è perfino possibile contattare i proprietari del sito, di cui Natella fa parte, per segnalare eventuali incontri.

Titolo di Vice sull’aggiornamento del caso This Man

La notizia è riuscita a ingannare persone e media di tutto il mondo. Un esempio è la rivista Vice, caduta nella trappola, che ha dedicato in seguito un articolo di ammenda nel quale esplica come la redazione ha creduto e riportato tale fake news

Perché sogniamo?

Ogni anno l’umanità passa circa 2500 miliardi di ore a sognare.

Scenari spaventosi, avventure mozzafiato, nei sogni tutto è concesso. Tutti sognano, o meglio quasi tutti -gli individui affetti dalla sindrome di Charcot-Wilbrand a causa di una lesione della corteccia visiva non sarebbero in grado di farlo- ma molto spesso ci si dimentica di averlo fatto.

Persino i neonati sognano, pur non avendo immagazzinato memorie visive. Non solo, anche i feti potrebbero essere capaci di sognare: l’ipotesi è che il sogno sia legato alla maturazione del sistema nervoso. Nel libro Viaggio dentro la Mente di Piero Angela, l’autore dichiara che anche i ciechi dalla nascita sono in grado di sognare e, in base a interviste da lui condotte, queste persone sperimenterebbero il sogno tramite sensazioni tattili, uditive e olfattive.

“L’arte di vivere” di René Magritte

Si deduce quindi che sognare sia un processo importante per l’essere umano, un vantaggio evolutivo.

Durante la fase onirica perdiamo coscienza: i muscoli si paralizzano, ma l’attività celebrale -in determinati periodi del sonno- torna a essere attiva come nello stato di veglia.

Ma perché sogniamo? Ci sono alcune ipotesi a riguardo: i sogni manterrebbero il motore celebrale al minimo, così che il cervello non debba faticare dopo la fase di “coma” notturno, e/o durante i sogni il cervello rielaborerebbe il materiale immagazzinato durante la giornata e fisserebbe nella memoria a lungo termine i dati dell’esperienza più recente.

Sostanzialmente, per usare le parole di Monica Piccini (autrice di un testo sui sogni per Focus), nella fase onirica saremmo “spettatori, per quasi due ore a notte, di immagini fantastiche proprio come davanti a un film dall’impatto fortemente emotivo”.

ANORMALE? Tutto nella norma!

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