Simbologia antica e pop culture: intervista a Paolo Riberi

Paolo Riberi, storico delle religioni, giornalista e appassionato di cinema, ha parlato a Radio IULM della relazione tra simbologia antichissima e prodotti della pop culture.
Passando da Platone a David Lynch, dai vangeli apocrifi ai fumetti di Alan Moore, Riberi ci ha mostrato come alcuni simboli siano sempre attuali.

L’approccio alla simbologia

Paolo Riberi ha scritto molti saggi sul simbolismo antico. Gli ultimi due, entrambi scritti nel 2001, sono “Abraxas: la magia del tamburo” edito da Mimesis, e “Il serpente e la croce” edito da Lindau.
Tuttavia, creare un nesso tra simboli antichi e realtà contemporanea, non è un compito facile.

Nei miei libri cerco di trovare equilibrio tra due poli: la divulgazione eccessiva che diventa sensazionalismo e il tecnicismo che diventa incomprensibile al grande pubblico.
Il rischio è “andare per lucciole” ossia cercare di associare tutto con tutto e volerci vedere troppo.

Paolo Riberi, storico delle religioni, giornalista e appassionato di cinema
https://www.lafedelta.it/2019/06/15/indagine-su-tecnologia-e-occidente-il-nuovo-saggio-di-paolo-riberi/

Simboli che ritornano: dal mito di Platone a Truman Show

Gli esempi di simbologia che si rincorrono tra vangeli apocrifi e pop culture sono numerosi.
Un esempio è il concetto di mondo virtuale, tanto attuale quanto, in realtà, antichissimo.

Il mondo virtuale è stato sempre visto come forma di prigione, la quale è invisibile al prigioniero e comandata da un’intelligenza superiore. Questo concetto lo troviamo per esempio in Truman Show, di Peter Weir. Il film nasce come adattamento del libro “Tempo fuor di sesto” di Philip Dick, il quale si è ispirato a sua volta al mito della caverna di Platone.

Un altro esempio è il tema del serpente. Nella Bibbia questo è simbolo di malvagità e inganno ma, in altre opere, rappresenta una fonte di conoscenza proibita.

Nel fumetto “Promethea”, di Alan Moore, si parla della figura del serpente come portatore di conoscenza proibita e, all’interno del fumetto stesso, viene fatto un rimando a 2000 anni fa. Lo stesso concetto appare nel film “Noah”, con Russell Crowe. Qui il protagonista è guidato nel suo viaggio da una pelle di serpente.

Un altro esempio, infine, è quello della figura di Abraxas, che è anche il titolo di uno dei libri di Paolo Riberi. Abraxas è un misterioso semidio che, nei vangeli apocrifi, è legato all’ambiente mediterraneo e alle pratiche di sciamanesimo.

Abraxas è il nonno di Draco Malfoy in Harry Potter. Santana gli ha dedicato un album ed è comparso anche in Dylan Dog. I registi di Matrix, nella serie tv Sense8, hanno introdotto la Abraxas corporation e infine, nel loro film “Jupiter-il destino dell’universo”, appare la casata degli Abraxas.

Il pubblico di Riberi

Nonostante i temi trattati in questi libri possano sembrare complessi e lontani, il pubblico che entra in contatto con i saggi di Paolo Riberi è veramente eterogeneo.

Alcuni lettori provengono dal filone nato dal Codice Da Vinci, sono appassionati di antichità e di esoterismo.
Altre persone, invece, sono affascinate dalla società contemporanea e dalla storia e trovano nei miei libri una chiave di lettura per la realtà odierna.

Con il suo linguaggio chiaro e divulgativo, accompagnato sempre da citazioni e pensieri dei personaggi di cui parla, Riberi riesce ad avvicinarsi anche agli studenti più giovani fornendogli gli strumenti per una maggiore analisi culturale.

Ascolta l’intervista completa qui:

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