Laila Al Habash: come è bello far l’amore su una zattera

Nella nuova scena musicale italiana, satura di amori melensi e battuti dalla vita (per citare la mitica Beat Generation di Kerouac) la ricerca di qualcosa di interessante e frizzante è necessaria.

Ho utilizzato questi due termini non a caso, perché penso che siano due aggettivi che descrivano bene la protagonista dell’intervista di questo mese: Laila Al Habash.

Classe 1998, romana ma di origini palestinesi, la giovane “puledra presso Bomba Dischi”, come si è autodefinita nella bio del suo coloratissimo Instagram (@lailaalabastro), è pronta a correre e prendersi la scena italiana. Nonostante la giovane età, con tre singoli all’attivo Laila ha colpito per la sua naturalezza e il suo essere eclettica nel raccontare le sue esperienze e il suo modo di affrontare la vita e la musica.

“Sembravo tanto a modo ma poi mi hai scovata, si sono un po’ coatta ma dai faccio la vaga”, canta nel suo primo singolo “Come Quella Volta”.

Laila Al Habash

Come nasce la tua musica? Quale è il processo creativo dietro ai tuoi brani?

“Io ho sempre avuto questa cosa, prima di partire da melodie e musica parto sempre da un concetto che voglio esprimere, una sensazione, una roba mia che mi è successa. Dopodiché le parole vengono insieme alla musica perché fanno parte del mood e il resto cresce parallelamente.”

Nel suo ultimo singolo “Bluetooth”, uscito il 12 giugno, racconta infatti un gesto quotidiano: accendere la macchina e vedere che il bluetooth del telefono è abbinato alla vettura. 

“Questa cosa fa riaffiorare dei ricordi e poi ti fai il tuo viaggio.”

La copertina di Bluetooth

Quanto le tue origini influenzano o vorresti che influenzassero in futuro la tua musica?

“Diciamo che per ora le mie origini ci sono nella mia vita di tutti i giorni. Però nella musica mi piacerebbe tirarle fuori con il tempo, lavorarci sopra. Vedere tutti questi artisti italo-arabi ti fa sentire un po’ a casa e un po’ ti dà speranza. Vedi Chadia, Mahmood, Ghali. Mi piace come mischiano queste cose.”

Hai fatto uscire tre canzoni molto diverse, in quale rivedi la vera Laila?

“Ovviamente io mi sento me stessa in tutte e tre perché altrimenti non le avrei pubblicate. Hai ragione a dire che sono molto diverse ma come persona ho varie sfaccettature e ogni canzone affronta un pezzo di queste. Questo progetto un po’ eclettico è un assaggio di quello che verrà dopo, un po’ per far vedere alle persone: “hey io sono tutte e tre queste cose”. Poi nel tempo si amalgameranno con un disco e si capirà meglio.”

Come ti senti a far parte di Bomba Dischi?

“Mi sento a casa, perché sono veramente degli amici e non mi sento sotto una grande azienda. Allo stesso tempo però mi sento molto privilegiata, mi lusinga che credano in me e mi fa avere fiducia in ciò che faccio. Stiamo lavorando per trarre molto da questo progetto.”

Come è nata la collaborazione con Stabber? Lui lavora spesso con artisti lontani dal tuo mondo…

“Con Stabber ci siamo conosciuti che andavo al liceo, avevo 17 e mi ha colpito molto perché mi ha detto: “sei forte, però devi finire la maturità, devi studiare”. Lavoriamo insieme da anni, ha investito molto tempo in me ed è una sorta di padre. Stiamo mischiando le sue influenze hip hop e rap con le mie, stiamo trovando un punto di incontro che mi piace.”

Ho saputo di questa tua passione per Raffaella Carrà, mi piace un sacco. Raccontami un po’ questa cosa.

“Mi piace proprio lei come modo di approcciarsi alla vita, è molto semplice in realtà. Ha questa dualità del personaggio che si è costruita che è pazzesca. Da una parte è quella con i costumi allucinanti e i balletti ma dall’altra è quella che dice: “abito a Roma, vado in vacanza a Roma e sono una persona come tutti.”

Cosa dobbiamo aspettarci da Laila nei prossimi mesi?

“Non posso dire molto purtroppo, sto preparando con la mia etichetta qualcosa di grande. Ma non posso svelare nulla.”


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