Come scrivere una sceneggiatura di successo? I consigli di Gennaro Nunziante

Io so scrivere solo cazzate”, dice Gennaro Nunziante appena preso in mano il microfono. Lo sceneggiatore dei film di Checco Zalone ed anche della pellicola d’esordio di Rovazzi, non poteva che raccontare in modo meno colorito il proprio mestiere.

Naturalmente insieme a Gianni Canova, che ha condiviso la cattedra con un professionista di successo del grande schermo tuttora felice a definirsi artigiano.

Gennaro Nunziante ha scritto diverse sceneggiature per i film di Checco Zalone

La premessa è allora che non esiste un metodo perfetto da seguire. Ognuno trova il suo. La propria unicità, stando alle parole del deus ex machina di Quo Vado. Chiunque scrive lo deve fare in modo irripetibile. Senza paura di creare per sé tecniche, tempi e parole adeguati. Un mestiere “artigianale”, per l’appunto.

Nunziante ha tenuto così a parlare di commedia, di buona commedia. Quella che non accusa l’altro, non ha bisogno di puntare il dito contro un capro espiatorio. Quella che piuttosto si auto-critica, cercando di indagare le ipocrisie di ciascuno. Schema su cui, lo sceneggiatore, non fa mestiere di investire parecchio. “Lo spettatore, quando esce dal cinema – afferma – non deve sentirsi accusato di qualcosa. Non deve gioire di un certo sadismo che genera la satira, ma deve essere portata a chiedersi: “non è che sono pure io lo stronzo?. La capacità di mostrare le proprie fragilità e di raccontare le proprie (perdonate il francesismo) figure di merda, generano una comicità più genuina che la semplice accusa.

“Quo Chi?”. Gianni Canova svela parte dei segreti di Nunziante nel libro edito da “Sagoma”, spiegando il successo di Checco Zalone

Ma veniamo al dunque: come scrivere una sceneggiatura di successo? Ecco una serie di papabili consigli pervenuti da questo incontro. 1) Scrivere una buona scaletta. E’ il punto di partenza, perchè dà l’idea di dove si dovrà andare a parare. I punti di una scaletta sono come i puntini da unire nella settimana enigmistica, insomma. 2) Lo sviluppo di un’idea è più importante dell’idea stessa. 3) Dosare con cura il rischio dei racconti orizzontali: ogni passo in avanti deve aggiungere qualcosa in più, deve prevedere le previsioni dello spettatore. 4) Essere sarti: creare il vestito su misura per l’attore che hai davanti. Spesso delle battute che si pensano non sono adatte a certi attori, bisogna sapersi trasformare. 5) “Sbagliare meglio, non fare bene è il nostro destino.” Scrivere, scrivere sempre e sempre sbagliare. Farlo però sempre meglio.

Ringraziando Nunziante per i suoi saggi consigli, la lezione è finita. Ora possiamo tornare a sbagliare.

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