Miami festival 2018: viaggio nella musica incompresa. Come il rap ha suonato al Fabrique

Freschezza è stata la parola d’ordine alla presentazione del Mi Ami Festival 2018, ospitata dal Fabrique di Milano. La serata del 24 febbraio ha visto appunto sfilare sul palco identità tanto diverse  quanto preziose nel mosaico della kermesse musicale (commentata nella terza puntata di IULMATIC: giù il podcast da ascoltare).

IULMATIC, puntata del 2 marzo. All’interno il commento sul Mi Ami

Un evento, il MI Ami, ideato insomma per dare una chance di non poco conto artisti e generi tendenzialmente sottovalutati ed ora in vetrina a mostrare le proprie qualità. In un Paese dove le “minoranze” musicali sono accantonate nelle retrovie del web, senza visibilità in radio o televisione, al Fabrique hanno invece spazio sul palco.
I primi ad esibirsi sono stati allora i Belize,  alla prima del Mi Ami dopo due anni di assenza. Un gruppo urban/indie, quello di Varese, con influenze rock e (soprattutto) hip hop. E’ stato infatti l’hip hop, insieme all’indie, il filo conduttore della serata. Dopo la talentuosa band lombarda, sono saliti sul palco i Coma Cose, un duo alternative/indie dal sangue hip hop. Una coppia capace di alternare le rime rap più crude (le “barre” nel gergo del genere) a citazioni di Battisti, Celentano e De Gregori. In grado di amalgamare lirismo e narrazione della vita underground milanese.

A seguire è arrivato da Avellino un reduce del festival di Sanremo, membro dei collettivi Unlimited Struggle e Blue Nox Academy. Naturalmente si parla di Ghemon, un ragazzo bianco dal soul tanto potente da poter fare invidia a un musicista afro-americano degli anni ’60. Proveniente dall’hip hop underground, è maturato tanto da crearsi un proprio stile (flow in gergo) indie/soul con caratteristiche puramente rap, che gli ha permesso di lasciare il segno sul palco.

L’esibizione di Ghemon, di ritorno dal Festival di Sanremo (foto Radio IULM)

A metà serata è giunto il momento che il pubblico attendeva dall’ingresso: l’esibizione di The Night Skinny e la presentazione del suo nuovo album “Pezzi”. Il primo artista a dare ausilio al producer siciliano è stato Rkomi. Astro nascente del rap italiano, ha fatto uscire a settembre 2017  il suo primo album firmato Universal: “Io in terra”.  Salito sul palco ha iniziato con i suoi vecchi brani street come “Sul serio” e “Sissignore”. Ha cantato poi estratti del suo album e “Fuck Tomorrow” di The night skinny.

Sale poi sul podio Noyz Narcos, che in versione acustica prende le vesti del protagonista di un one man show, cantando “Verme” con Rkomi e “Dope Games”. Il pubblico già in ebollizione è ora caldissimo. Quando arriva Ensi, con il ruolo di official announcer di “Pezzi”, il Fabrique è su di giri. Il Rapper torinese offre perle in freestyle e adattamenti di suoi testi alle basi del nuovo album di The Night Skinny. Presenta poi sul palco Mecna e una delle tante stelle della nuova scuola trap milano-genovese, Tedua. Questo sale sul palco per promuovere il suo nuovo disco, “Mowgli”, uscito il 2 marzo per Sony Music.

Grande entusiasmo anche dopo le esibizioni della nuova scuola. Questo grazie al djset di G. Quagliano, membro dei DDP, con selezioni musicali old school americane e italiane: dai Mobb Deep a Neffa, dal primo Marracash fino a T.I e Terror Squad.
Il Mi Ami Festival è stato insomma un’occasione d’oro per gli appassionati dell’Hip Hop. Ma lo è anche per i neofiti e per coloro che diffidano di conoscere nel rap una nuova e fervida cultura musicale. Il sasso gettato nello stagno dal Mi Ami, in questo senso, è già parecchio. Ma la riscoperta del rap e dei mondi affini continua sulle frequenze Radio IULM. Tra le maglie della programmazione musicale e soprattutto ogni venerdì, nelle puntate di IULMATIC, la radio dell’Ateneo sarà familiare per gli amanti di una galassia musicale che non si limita certo al Fabrique.

 

 

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