L’8 marzo e i diritti delle donne

L’8 marzo si festeggia la Giornata internazionale della Donna. Si sottolinea l’importanza della lotta per i diritti delle donne e per la loro emancipazione, ricordando le conquiste economiche, sociali e politiche. Insieme alle conquiste raggiunte, è doveroso ricordare i diritti ancora da raggiungere.

I diritti raggiunti

Per secoli le donne hanno lottato duramente per ottenere il riconoscimento di diritti pari a quelli degli uomini. In Italia la battaglia per la parità di trattamento tra i sessi non è conclusa, anche se le condizioni di vita e di lavoro delle donne sono cambiate dal dopoguerra ad oggi. Inoltre si avverte il bisogno di vigilare anche sulle conquiste già maturate. La prima grande conquista politica delle donne è stato il diritto di voto nel 1946. Inizia il loro percorso nella vita politica, venendo ammesse a partecipare e a collaborare alle decisioni che riguardano il Paese. Le conquiste economiche si snodano su più decenni. Negli anni ’50 e ’60 si sviluppano alcune importanti norme sulla tutela della lavoratrice madre, il divieto di licenziamento durante la gestazione, l’astensione obbligatoria prima e dopo il parto. Le donne vengono ammesse a tutte le cariche, professioni o impieghi pubblici in vari ruoli, carriere e categorie. Negli anni ’70 nascono le leggi sul divorzio e sull’aborto, insieme alla riforma del Diritto di famiglia, che cancella l’attenuante per delitti d’onore. Nel 1996, la violenza sulle donne si trasforma da reato contro la morale a reato contro la persona. Più recente è la legge sullo stalking.

La situazione reale

Nonostante i progressi, esistono tutt’oggi forme di discriminazione nei confronti di donne e ragazze, in Italia e nel mondo. Basti pensare che nell’Africa subsahariana, in Oceania e in Asia occidentale, le ragazze ancora incontrano ostacoli nell’accesso alla scuola primaria e secondaria. In Afghanistan le donne sono ormai cancellate dalla vita pubblica. In Iran si manifesta da mesi per la libertà, nel senso più ampio del termine. Soffermiamoci sulla situazione in Italia. Secondo l’ultimo rapporto ISTAT sui livelli di istruzione e occupazione relativi al 2021, il tasso di occupazione femminile è inferiore a quello maschile. Tuttavia, la quota di donne laureate supera quella degli uomini. Il Gender Pay Gap resta uno dei più alti in Europa. Nei posti di lavoro si denunciano molestie sessuali, razziste e abiliste, così come domande inappropriate ai colloqui. Il numero di femminicidi che vengono registrati annualmente è allarmante. L’aborto non è un diritto garantito: nelle cliniche praticano anche medici obiettori di coscienza. Da ottobre sono state fatte due proposte di disegni di legge antiabortisti per la modifica dell’Art. 1 del Codice Civile per riconoscere la coscienza giuridica del feto.

I diritti da raggiungere

Quest’anno la Giornata internazionale della Donna ha come tema centrale “Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”. Il tema è legato alla promozione dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolare, l’Obiettivo 5 (“Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”) si pone traguardi come:

  • Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo.
  • Eliminare ogni pratica abusiva […].
  • Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica.
  • Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva […].
  • Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e risorse naturali […].

Immagine in Evidenza: La Voce dell’Jonio

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