Il lavoro dell’A&R: intervista a Silvia Cipriani di Warner Music

Ho avuto l’onore e il piacere di incontrare Silvia Cipriani, giovane A&R di Warner Music ed ex studentessa IULM del Master in Editoria e Produzione Musicale. Abbiamo parlato di musica a 360 gradi, partendo dai suoi progetti fino ad arrivare ai retroscena degli artisti in studio.

Vorrei partire parlando del tuo percorso accademico, raccontaci un po’ il tuo percorso di studi.

Dopo le superiori ho scelto la triennale in Comunicazione e Società della Statale e poi, siccome sapevo che avrei voluto lavorare nell’ambito musicale, ho fatto il master in IULM in Editoria e Produzione Musicale.

Dopo il master ho fatto uno stage in una società che si occupa di diritti in ambito musicale, ma a me piacciono di più i processi creativi della musica e stare a contatto con gli artisti, quindi dopo un po’ di colloqui sono arrivata in Asian Fake (un’etichetta indipendente ndr).

Spieghiamo per chi non lo sa cosa vuol dire A&R e che cosa fa

A&R è la sigla di Artist & Repertoire. È la figura che segue l’artista in tutta la parte del suo processo creativo, stabilisce insieme il percorso sia a livello musicale che d’immagine. Si lavora molto in studio con produttori ed autori. Un’altra parte grossa del lavoro è il talent scouting, cioè la ricerca di nuovi artisti, sia emergenti che già affermati da mettere sotto contratto con l’etichetta discografica.

Com’è stato arrivare in Warner?

Sono arrivata in Warner quando mi hanno chiamata, venendo da un’etichetta indipendente è tutta un’altra realtà. Sono passata da lavorare con 12 persone a più di 60, Warner è molto più grossa. Mi hanno assunta sia come A&R che Project Manager, è stata una scelta del vecchio presidente di Warner. Secondo lui potevo dare un valore aggiunto lavorando in maniera diversa, con una visione più da etichetta indie. Mi hanno affidato la parte di Atlantic Records (una delle divisioni di Warner ndr), che, tra gli altri, gestisce i ragazzi di Seven 7oo come Rondo Da Sosa e Sacky, ma anche Ghali, il Tre e Baby Gang.

Oggi com’è cambiato il lavoro dell’A&R e quali sono i suoi strumenti per fare scouting?

Confrontandomi con colleghi con più anni di esperienza e anche per mia esperienza diretta, secondo me prima era più facile, c’era molta meno offerta; nel mercato di oggi ogni giorno ci sono tantissime uscite e gli A&R sono tempestati di demo di artisti che vogliono proporsi. È difficile trovare il tempo per dare un ascolto approfondito. C’è veramente un surplus di offerta. Le nostre mail sono pienissime di demo. Io cerco anche di creare una rete di contatti più vasta possibile, tra etichette e manager, così è più facile poi scoprire e contattare gli artisti. Avere una rete fitta di contatti è importante.

Usi Tik Tok per fare nuove scoperte?

Io personalmente non molto, cerco di ascoltare più musica possibile per capire i trend del momento, capire cosa può andare e cosa no. Gli A&R in generale utilizzano anche i social o Spotify per ricercare nuovi talenti. Penso che Tik Tok sia un grande strumento, può aprire molte porte anche agli artisti emergenti. Con una canzone e un video che diventa virale ti si può aprire un mondo. Anche gli artisti affermati si sono dovuti adattare ed è diventato un mezzo essenziale per promuovere la loro musica.

Vuoi dare un consiglio agli artisti emergenti per proporsi ad una casa discografica? cosa deve avere un nuovo artista per colpirti?

Ricevo molte richieste in DM di artisti che mandano solo i link delle canzoni. Consiglio di mandare sempre qualcosa di più strutturato, con le idee chiare e con un minimo di progettualità, lì sono più propensa ad ascoltare. Nelle mail bisogna mandare una presentazione, qualche idea di progetto e poche demo ma ben selezionate. Ci vuole anche fortuna, ci sono tanti talenti che non emergono, purtroppo è una componente che c’è ovunque. Un’altra cosa di cui non si parla molto è avere già un team, magari un manager e un ufficio stampa è una cosa che facilita sicuramente.

Quali sono i progetti che hai curato di cui sei più soddisfatta?

Sensazione Ultra di Ghali è uno sicuramente, è stato bellissimo lavorare insieme a lui, l’ho sempre stimato molto. Due altri progetti che ho sentito miei al 100% sono i dischi di Inoki e Venerus, con i rispettivi album MEDIOEGO e Magica musica. Inoki è tornato alla grande, è stata una grande sfida, è uno di quelli che hanno fatto la storia del rap in Italia. L’album è andato molto bene, l’abbiamo mantenuto old school ma arricchendolo con featuring della nuova scena come Tedua e Bresh.

Vuoi dare un consiglio per chi vorrebbe lavorare nella discografia?

Ci vuole tanta pazienza (ride ndr), è un mondo molto stimolante, parlando per il mio ruolo, è bello stare a contatto con gli artisti, i concerti, lo studio, ma c’è anche tanto stress in molte situazioni perché bisogna sempre avere sotto controllo tante cose e tante persone. La componente umana è fondamentale, devi avere la fiducia degli artisti e tanti sono magari riservati o diffidenti all’inizio. È un mestiere fatto di tanta passione, la gavetta è lunga e i risultati non arrivano subito, magari ci vuole più tempo.

Secondo te il prossimo trend nella musica quale sarà?

Adesso è tornato il pop punk, che mi piace molto. Ed è anche un momento florido per l’afrobeat, è molto internazionale e qui non abbiamo per ora molti esponenti. Se lavorato bene può uscire qualcosa di veramente interessante che può arrivare anche ad un mercato internazionale.

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