Il momento più buio della Nazionale

La gara che si è disputata al Barbera di Palermo ha segnato il momento più buio raggiunto dalla Nazionale Italiana di calcio. Cerchiamo di analizzare e dare una risposta all’ennesima esclusione dal mondiale.

La parentesi Macedonia del Nord

La sfida valida per i playoff alle qualificazioni mondiali in Qatar contro la Macedonia del Nord si è conclusa con 1-0 per i macedoni nel recupero di secondo tempo.

Molti, troppi, errori quelli commessi dagli Azzurri. Il più clamoroso sembra essere stato quello di Berardi a porta vuota, ma sono veramente tanti i gol mancati dall’attaccante del Sassuolo. Veramente pochi, invece, quelli creati dagli avversari, e lo testimoniano i 4 tiri totali contro i 32 messi a segno dall’Italia. A questo si aggiunge anche una netta superiorità degli Azzurri sul possesso palla ( 66% contro 34%) e sugli angoli (16 contro 0).

Forse troppa superficialità, troppa poca concentrazione. Forse si sono sottovalutati gli avversari, e in generale i playoff, dopo essere stati reduci dalla vittoria dell’europeo. Il traguardo tagliato a luglio 2021 sembra, tuttavia, essere stata una meravigliosa eccezione all’interno di un corso negativo iniziato tempo fa.

Un crollo cominciato anni fa

L’ultimo mondiale l’Italia l’ha disputato nel 2014. Si tratta della seconda volta consecutiva che gli Azzurri steccano la qualificazione. Non era mai successo prima d’ora, e questo fa ben capire come il movimento calcistico italiano sia in crisi ormai da anni.

Ciò può essere attribuito ad una cattiva gestione dei reparti giovanili. Negli ultimi anni, sia in prima squadra che nelle squadre giovanili, si è sempre preferito puntare su giovani provenienti da squadre estere piuttosto che su giocatori che potessero crescere e valorizzare poi la nazionale italiana. Questo ha influito più di ogni altra cosa sul rendimento della selezione azzurra. Si pensi che in Serie A il 62% dei calciatori sono esteri e questo offre, quindi, una minor possibilità di individuare talenti e giocatori di livello per il CT italiano.

Da dove ripartire

Tutto il popolo calcistico italiano si chiede da dove si debba ripartire. Confermare il commissario tecnico Mancini o cominciare un nuovo capitolo con una nuova figura? Mancini ha riportato in Italia un trofeo importante dopo tanti anni, costruendo un gruppo affiatato e capace di misurarsi anche con avversari tecnicamente superiori.

Tuttavia, è difficile non vedere nell’attuale CT uno dei colpevoli principali di questa disfatta, forse anche più significativa di quella provocata da Ventura con la Svezia. C’è chi addirittura vorrebbe una rivoluzione nel reparto dirigenziale della FIGC, a testimonianza di un sistema fallimentare.

Si sono fatti diversi nomi per sostituire Mancini: dalla coppia Lippi-Cannavaro, a Pioli, fino a Simone Inzaghi. Difficile che Pioli possa lasciare la sua squadra, plasmata a sua immagine e somiglianza. Inzaghi, d’altro canto, se non dovesse vincere lo scudetto, potrebbe lasciare i nerazzurri e provare una nuova esperienza in azzurro. Il tandem Lippi-Cannavaro avanza favorito.

Scopriremo, dunque, nelle prossime settimane quale sarà il presente, e, soprattutto, il futuro della nostra Italia.

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