Tale e Quale Show: Blackface nella televisione italiana

In questi ultimi mesi, ogni venerdì in prima serata su Rai 1 va in onda Tale e Quale Show, varietà di successo che riesce a tenere incollati milioni di telespettatori. Di recente, però, è ritornato in auge il tema della blackface.

Che cos’è il blackface?

Il blackface nacque negli Stati Uniti nella prima metà dell’Ottocento, e per quasi un secolo fu una diffusa forma di intrattenimento, nel quale attori bianchi interpretavano schiavi africani liberati, esibendo tutto il repertorio di luoghi comuni sulle popolazioni originarie dell’Africa e rappresentandoli alla stregua di animali da zoo.

Queste rappresentazioni caricaturali ebbero un’influenza notevole sul modo in cui vennero considerati gli afroamericani nei decenni successivi. Furono gli spettacoli in blackface che costruirono il mito dell’africano pigro, superstizioso, pavido e buffone, che durò molto a lungo nella cultura popolare americana.

In Italia il blackface è generalmente considerato innocuo, e sono relativamente pochi a conoscerne la storia e il significato. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che fosse proposto frequentemente a Tale e Quale Show.

È successo diverse volte che, dovendo interpretare canzoni di cantanti neri, i concorrenti si dipingessero la faccia: una pratica che sulla televisione statunitense sarebbe considerata inconcepibile. Difatti, nell’ottobre del 2019, il programma era finito nel mirino dalle comunità afro-italiane. In particolar modo l’influencer Tia Taylor ha dichiarato di essere rimasta schifata dalla leggerezza con cui la trasmissione ha trattato il tema e grazie al suo tweet si è acceso un aspro dibattito a riguardo.

Un esempio di blackface all’interno del programma

Tale e Quale Show oggi

Nel novembre 2020, il dibattito si accende nuovamente quando il rapper italiano Ghali attacca la trasmissione per la sua imitazione, affermando che non c’è bisogno di fare blackface e che per offendere qualcuno basta semplicemente essere ignoranti riguardo a questi temi.

Di conseguenza, le associazioni Lunaria, Italiani senza cittadinanza, Arci, Cospe e Razzismo Brutta Storia hanno raccolto il malcontento degli afro-italiani e lo scorso gennaio hanno inviato un appello ai dirigenti Rai e a Carlo Conti, conduttore del programma. La Rai, di recente, si è decisa, giustamente, a impegnarsi formalmente per vietare il blackface:

Nel merito della vicenda per la quale ci avete scritto, diciamo subito che assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – ad evitare che essa possa ripetersi sugli schermi Rai. Ci faremo anzi portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale di coordinamento perché le vostre osservazioni sulla pratica del Blackface diventino consapevolezza diffusa.

La risposta di Carlo Conti

Non tutti hanno reagito bene su questa decisione, primo fra tutti Carlo Conti che afferma:

“C’era la volontà e l’indicazione di non fare più i cantanti di colore. A me sembrava una grande ingiustizia, un grande modo per ghettizzare un genere musicale e tanti artisti. Allora la lampadina si è accesa: non possiamo prendere una persona bianca che deve interpretare una di colore? Allora prendiamo una cantante di colore e lei è Deborah, che interpreterà tutti i cantanti e le cantanti di colore”

Nel corso della quinta puntata di Tale e Quale Show, in cui Deborah Johnson ha interpretato Dori Ghezzi, il conduttore non ha esitato a commentare dicendo:

Spero che adesso non ci sia qualcuno che ha qualcosa da ridire su questo whiteface”.

Qui, però, manchiamo un punto cruciare che il tv analyst Marcello Filograsso riesce a catturare: nel tempo le sensibilità cambiano, muta la società e muta il pubblico. Occorrerebbe, a volte, anche una dose di immedesimazione verso l’altro poichè il blackface è una ferita aperta per larga parte delle comunità nere. La Rai, in quanto ente pubblico, nata per educare gli italiani, non può permettersi di fare questi errori.

In conclusione

Seppur la Rai abbia fermamente chiuso il capitolo del blackface nella storia della televisione italiana, ancora molte persone non ne capiscono il motivo. C’è chi afferma che il blackface non abbia nulla a che fare con la storia italiana; o di come si voleva solo omaggiare l’artista, anche se in maniera grottesca.

È importante, però, tenere in mente il punto di vista altrui ed essere più inclusivi verso il prossimo. Questo anche perché è sbagliato ignorare e calpestare una minoranza in quanto tale, ricordando che tutti guardano la tv italiana.

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