Dramashot: tra palco e digitale

Dramashot: un progetto creativo tra arte e social media, innovativo e inedito che nasce con l’obiettivo di far vivere al pubblico l’esperienza visiva del personaggio attraverso la tecnica cinematografica del Point of view.

Siamo certi che l’arte necessiti, oggi più che mai, di un nuovo slancio creativo e con questo pensiero abbiamo cercato di intrecciare forme di espressione come la fotografia, la musica, il cinema e il teatro con il passatempo più immediato di quest’era: il Social”.

Simone Bochicchio, Martina Lovece, Greta Milani, Marco Vitiello: i protagonisti di questa teatralità social, in collaborazione con Riccardo Alessandri, regista del format.

Genesi del progetto

Al fine di giungere a un’idea che fosse unica nel suo genere, questi ragazzi hanno perfezionato il loro percorso creativo, attuando un profondo restyling ideologico.

Il progetto, nella sua fase embrionale, consisteva in uno spettacolo live, che coinvolgesse totalmente lo spettatore, rendendolo un effettivo protagonista.

Come rendere questa performance attraverso un tecnica cinematografica? Grazie al supporto di una GoPro, si realizza una ripresa soggettiva, attraverso cui il fruitore può assistere a spaccati di vita dei personaggi. In questo particolare processo, Instagram e i social assumono un ruolo di rilevante importanza. Infatti, permettono al progetto di entrare in casa di tutti sul palmo di una mano, con incisività e immediatezza, grazie a un semplice smartphone.

L’inizio di un sogno

Il primo viaggio di Dramashot, ha inizio su un tram, quello di Tennessee Williams, un grande classico teatrale.

La passione per questo ambito è presente da molti anni, anche se i membri si sono conosciuti recentemente, durante gli studi in Accademia. L’idea del progetto è nata poco dopo il diploma.

Dramashot e Tarantino per un palco digitale

Qual è stata la Genesi che ha portato alla creazione del nome Dramashot

Il nome deriva dall’unione di drama, ossia l’anima teatrale che caratterizza il progetto, la componente di scrittura, con shot, che fa riferimento ad alcuni tipi di riprese fatte dai registi, ad esempio la Trunk shot di Quentin Tarantino. Da ciò emergono tutte le sfumature artistiche che vogliono unire il mondo del teatro a quello del cinema.

Anche la visione tradizionale di palcoscenico cambia. Difatti, questa concezione viene ribaltata dando vita a un palco digitale; essi si sono focalizzati sul lavorare controcorrente, divenendo delle vere e proprie avanguardie teatrali. I social sono solitamente costellati da immagini, tuttavia, Martina sottolinea quanto sia fondamentale dare rilevanza all’interiorità, alla componente emotiva dei personaggi anziché all’apparenza cui veniamo sottoposti nel nostro consumo mediale.

Dare rilevanza alle profondità dell’animo umano dei personaggi consente allo spettatore di immedesimarsi negli stessi, questo approccio empatico, perciò, rimarca ancora di più l’essenza del Point of View.

Marco aggiunge: “Diamo la possibilità allo spettatore di vivere quello che sta vivendo il personaggio”, sia in termini di ripresa che dal punto di vista sentimentale.

Ispirazione e innovazione

L’ispirazione che ha portato alla creazione di questa tecnica, spiega Greta, è arrivata dal progetto Eva’s Story, in cui viene raccontato il tema dell’Olocausto attraverso le riprese fatte dalla protagonista e poi pubblicate su Instagram nell’account @eva.stories

Questa impostazione lavorativa, sottolinea Simone, rende il progetto immediato, sia dal punto di vista della fruizione, poiché è disponibile su una piattaforma pubblica, che dal punto di vista dell’esperienza, dal momento che si tratta di un’esperienza immersiva.

Riccardo, il regista, evidenzia come anche l’impostazione delle inquadrature abbia dato corpo al loro progetto: “Piccoli long-take, senza stacchi; la GoPro disposta sul capo dell’attore permette di dare rilevanza a determinati aspetti tramite le inquadrature. Nessun movimento è casuale. Inoltre, il lavoro di sound-design è stato fondamentale affinché l’immaginazione corresse su un binario parallelo”.

L’arte al tempo del covid

Il loro progetto è intimo, sincero e creativo, vuole esprimere l’arte in modo inusuale e genuino, cercando di innescare una riflessione nello spettatore.

In un periodo in cui l’arte è stata posta con le spalle al muro, questo progetto conferisce speranza a coloro che credono ancora nell’importanza dell’arte.

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