“The Fusion” (1 di 3). Scopri il racconto di Andrea Capobianco nell’antologia “Pelle”

L’edizione 2018 del contest Giovani Scrittori IULM ha dato alla luce Pelle, l’ennesima antologia di racconti nata in Ateneo per finire sugli scaffali delle librerie (clicca QUI per saperne di più).  

Ed ha, il progetto curato dal prof. Paolo Giovannetti, visto partecipi decine di studenti, che hanno messo a frutto la propria creatività nella stesura delle loro storie.
Racconti d’amore, di fantascienza o semplicemente di fantasia: il risultato è una silloge che accontenta praticamente tutti, a partire da chi ha fatto da regista nella sua impaginazione(QUI la nostra intervista ad uno dei curatori).
Per questo Radio IULM – voce degli studenti, prima che radio delle arti – ha pensato di proporre alcuni dei racconti contenuti in Pelle, con una serie di pubblicazioni sul sito che vi accompagnerà per qualche settimana ogni lunedì, mercoledì e venerdì, fino a luglio inoltrato.

La prossima storia che condividiamo con i lettori di Radio IULM è quella firmata da Andrea Capobianco.
Si intitola The Fusion, di cui trovate qui sotto in esclusiva la prima parte. Buona lettura!

 

The Fusion

La sala riunioni della Honiro Dreams risaliva ad un tempo lontano, ancestrale. I grandi burattinai si riunivano davanti ad un tavolo, quello del tempo. Un circolo piatto che genera e distrugge se stesso, inconsapevole che il suo flusso continuo altro non è che un parassita nella mente degli esseri umani. I burattinai avevano il potere di alterare la normale percezione e di intervenire sul destino di quel tempo incerto: a volte la regressione, a volte la progressione. Il silenzio spettrale, penetrante, fu rotto dalle parole del presidente della società, Raymond Horace. “La guerra, signori miei, è un atto di forza all’impiego del quale non esistono limiti; non è che la continuazione della politica, oggi della psicopolitica, con altri mezzi.” Le quote azionarie della Honiro Dreams erano ai massimi storici e così anche le prestazioni oniriche offerte ai milioni di pazienti sparsi in tutto il mondo. Eppure Horace sembrava insoddisfatto. “È giunto il momento di completare la fusione con la Meng Associates, la nostra più grande concorrente. Potrà sembrare una mossa azzardata all’inizio, ma a lungo andare vedrete che si rivelerà la soluzione migliore per i nostri affari.” L’arte oratoria di Horace ammaliò a tal punto i nove soci della Honiro Dreams da gettarli in uno stato di prostrazione. Tra loro solo un uomo non parve d’accordo: era il vecchio consigliere Eraclio Hammer. Tra i padri fondatori della società, il burbero filosofo aveva visto nascere e svilupparsi quel contorto e moderno leviatano, punto di svolta della società umana. Si può dire fosse l’ultimo mortale e consapevole sulla terra. I suoi enormi occhi grigi d’altri tempi avevano visto tanto, troppo. Sapeva che il consiglio era tutta una farsa e che la decisione era stata presa già da tempo; ciononostante interruppe l’abile oratore. “Non credo che questa fusione farà i nostri interessi, Ray.” “Spiegati meglio Eraclio.” Lo incalzò Horace. “Per quale motivo non dovrebbe?” “Perché vorrebbe dire licenziare la metà dei nostri dipendenti e questo non mi sembra in linea con la filosofia dell’azienda.” A queste parole seguì un brusio insistente da parte dei presenti. “Non credo che tuo padre avrebbe acconsentito” continuò il vecchio arzillo. “Mio padre non c’è più. Quando si risveglierà dal sonno criogenico riprenderà il posto che gli spetta. Ma fino a quel momento sono io a portare avanti il suo impero”. Il vecchio parve acquietarsi per un attimo. “Come preferisci Ray”.

La sveglia sembrò non sortire alcun effetto su Joe Harlan, che per l’ennesima volta si trascinò giù dal letto alla disperata ricerca delle pantofole. Il mattino era per lui un’entità misteriosa, quasi inafferrabile: troppo vicino alla notte precedente, troppo lontano a quella successiva. Dopo essersi lavato la faccia, si affrettò ad accendere la segreteria telefonica. La voce elettronica gli sembrava più attraente del solito. Ci sono 3 nuovi messaggi: “Ben svegliato! Sei stanco della solita routine? Hai deciso che ti meriti una pausa dal tuo estenuante lavoro? Allora una vacanza è quello di cui hai bisogno e noi della Excelsior Dreams abbiamo la soluzione migliore per te! Una crociera 7 notti all inclusive su Venere. Non perdere altro tempo! Chiama il….” Gli era familiare quella pubblicità, gli ricordava un saggio di qualche scrittore americano del secolo passato. Switchò in avanti. “Signor Harlan, sono Miss Grubach. Le ricordo che è in ritardo con l’affitto del condominio. Ancora.” Non ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva pagato per quel buco imperiale incastrato nel fegato di Zurigo. Passò al terzo messaggio: “Joe sono Ray, devo parlarti urgentemente. Ti aspetto alle 3 nel mio ufficio. Sii puntuale.” Cosa avrà di così importante da dire il mio capo? Ci sono soltanto due possibilità – pensò -o mi vuole promuovere, oppure mi vuole licenziare. – Sul tavolo in cucina c’era un vecchio franco arrugginito. Lo lanciò in aria. – Dannata croce! Sentendosi già stanco nelle prime ore del mattino, si avvicinò all’amato giradischi Thorens DT 550, modello unico dell’omonima azienda svizzera. Chissà quanti ce n’erano ancora in circolazione, pensò sollevato Joe. Vi appoggiò con delicatezza un 33 giri, il suo preferito: la Settima di Beethoven. Una sinfonia concepita senza continuità rispetto alle altre dal compositore tedesco, nata presso una zona termale nel tentativo di riacquisire l’udito. Il secondo movimento, dal ritmo lento e incessante, incarna la sublime unione tra mente e corpo, l’ideale concentrazione del movimento corporale all’interno dei suoni. Parlava di una meravigliosa apocalisse, della fine ineluttabile e maestosa di ogni cosa. La stanchezza cronica sembrò lasciare per un attimo il corpo di Joe. L’ufficio di Ray Horace si trovava all’ultimo piano del futuristico grattacielo della Honiro Dreams, sulla punta visibile dell’iceberg. Era un perfetto connubio tra tradizione e innovazione: per terra creazioni e installazioni di Damien Hirst, mentre sulle pareti scorrevano quadri di Dalí, Magritte, De Chirico. Lo sguardo di Joe Harlan si posò proprio sul dipinto del pittore belga, posto alle spalle di Ray, che era seduto alla scrivania e immerso in profondi pensieri. Lo riconobbe: si trattava di La Trahison des images, concepita da Magritte quando aveva 30 anni, la stessa età di Joe. Creare un cortocircuito tra realtà e finzione, oltrepassare le logiche del linguaggio: questo aveva fatto il pittore belga più di un secolo prima. Joe nutriva un sincero interesse per l’arte figurativa, soprattutto per la pittura surrrealista, preziosa fonte di ispirazione per il suo lavoro.

Ray si alzò di scatto e porse la mano al giovane tecnico: “Grazie per essere venuto.” “Vuoi licenziarmi non è vero?” “E perché dovrei? Sei il nostro miglior narratore. Di un po’, cosa facciamo noi per le persone?” Joe rimase un attimo interdetto, poi rispose: “Vendiamo storie.” “E perché lo facciamo?” Ribatte’ quell’altro. “Perché siamo abili manipolatori”. Un lieve sorriso si dipinse sulle labbra di Ray, che si portò verso l’immensa finestra che dava su Zurigo. “Lo facciamo perché l’essere umano si nutre di narrazioni, ne ha bisognoper vivere. L’istinto di narrare e di lasciarsi guidare all’interno di una storia ci ha permesso di diventare così influenti sul mercato azionario. Abbiamo realizzato la più grande invenzione del 21 secolo: siamo riusciti a impiantare la rete nel corpo umano. E tutto grazie a questo.” Con l’indice sinistro indicò la minuscola teca di vetro posta sulla scrivania. Dentro fluttuava in una specie di melmosa gelatina un granello di sabbia color blu cobalto. “L’evoluzione umana passa tutta da questo nanochip. Ma è giunto il momento di evolverci ancora di più.” Joe, non avendo afferrato il motivo per cui si trovava in quella stanza replicò: “E io cosa c’entro con tutto ciò? Perché sono qui Ray?” “Ho bisogno che tenti di convincere Eraclio ad accettare la fusione con la Meng Associates. Il vecchio bastardo si è messo in testa che non si deve fare ed essendo l’unico membro del consiglio ad aver diritto di veto straordinario, può in questo modo bloccare l’operazione. E ciò non deve succedere, mi capisci?” Joe aveva inteso perfettamente le intenzioni di Ray, sapeva dove voleva andare a parare. “Sai bene che le sue difese sono quasi invalicabili: nessun tecnico è mai riuscito a superare il primo stadio del subconscio di Eraclio. È praticamente impenetrabile.” “Tu sei l’onirocosmonauta più talentuoso di questa azienda, probabilmente il migliore in circolazione. Qualche tempo fa avevo assegnato lo stesso compito ad un altro specialista, un mercenario assai costoso; si chiamava Art Junger.” Un brivido corse lungo la schiena di Joe e un’oscura visione di morte si insinuò nella sua mente. “La fusione va conclusa ad ogni costo entro la fine della settimana, per cui hai 3 giorni per convincere Eraclio. So che non mi deluderai”.

(continua)

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