Georgia: revocata la legge causa proteste

Georgia, 9 marzo 2023. Dopo le violente proteste il Governo ha deciso di revocare la controversa “legge russa“.

La legge

Questa legge considera tutte le organizzazioni e le società senza scopo di lucro che percepiscono almeno il 20% dei loro finanziamenti dall’estero come “agenti di influenza straniera” e prevede il loro inserimento in un registro apposito. Tra queste vi sono alcune organizzazioni non governative che provvedono a monitorare la tenuta della democrazia, il rispetto dello Stato di diritto e la diffusione della corruzione. Il provvedimento ha come modello una legge approvata per la prima volta nel 2012 nella Russia di Putin. Questa legge ha permesso la chiusura alcuni dei più importanti gruppi per i diritti umani del paese, segnando una tappa fondamentale nella repressione della libertà di parola.

Le proteste

La legge è vista dall’opinione pubblica come un tentativo di bloccare il percorso di avvicinamento e adesione all’Unione Europea, sostenuto dal 75 per cento della popolazione. Il timore dei manifestanti è che la legge possa favorire la trasformazione del Paese in uno Stato autoritario filo russo. Quando, martedì 7 marzo, la proposta di legge è stata approvata dal Parlamento, migliaia di persone si sono riunite per manifestare il loro dissenso. Il giorno dopo, mercoledì 8 marzo, le proteste si sono trasformate in violenti scontri. Una parte dei dimostranti ha cercato di prendere d’assalto il parlamento, lanciando bottiglie incendiarie e pietre. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e idranti. Secondo il ministero dell’interno sono stati fermati 133 manifestanti e 50 tra agenti e civili sono rimasti feriti. Giorgi Vashadze, del partito di opposizione Strategia Aghmashenebeli, ha denunciato “un uso sproporzionato della forza contro una dimostrazione pacifica”. Tra gli arrestati c’è Zurab Japaridze, capo di un altro partito di opposizione.

AFP

Il supporto ai manifestanti dei leader di tutto il mondo

La condanna alle azioni del governo georgiano è arrivata da numerosi leader mondiali. Josep Borrell, Alto rappresentante UE, in una nota ha sottolineato che “Questa legge è incompatibile con i valori e gli standard dell’UE. Va contro l’obiettivo dichiarato della Georgia di aderire all’Unione europea, sostenuto da un’ampia maggioranza di cittadini georgiani. La sua adozione definitiva potrebbe avere gravi ripercussioni sulle nostre relazioni”. Sostegno ai manifestanti è arrivato anche dal presidente statunitense Joe Biden e dal premier ucraino Zelensky. Anche la presidente della Repubblica della Georgia, Salome Zurabishvili, ha ampiamente sostenuto la protesta, affermando: “mi rivolgo a voi che rappresentate la Georgia libera. La Georgia che vede il suo futuro in Europa e non permetterà a nessuno di privarla di questo futuro”.

La revoca della legge

Nel tentativo di calmare le proteste il governo ha prima rimandato a giugno il dibattito per il voto in seconda e terza lettura della legge e successivamente l’ha revocata. Il ministro degli esteri russo ha commentato gli avvenimenti accusando l’occidente di aver incoraggiato i disordini in Georgia per creare problemi ai confini russi e “per tentare un cambio di potere con la forza”. Successivamente, parlando del suo recente colloquio con il segretario di stato americano, ha messo in guardia i Paesi confinanti con la Russia dai pericoli che corrono nell’entrare nella sfera di influenza statunitense: “Penso che tutti i Paesi confinanti con la Russia dovrebbero trarre le loro conclusioni sul grado di pericolo nel prendere la strada dell’inclusione nella zona di responsabilità o nella zona di interesse degli Stati Uniti”.

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