Una doccia calda ispira davvero le idee migliori?

Sembra una scena da commedia, quando, sotto la doccia, tornando con la mente a una conversazione passata, ecco all’improvviso un’illuminazione: occhi sgranati e frase da copione “Caspita, sarebbe stata la risposta perfetta questa! Ma perché non ci ho pensato prima?” Infatti, perché non pensarci prima, invece che nella doccia, quando tutto è già finito?

Un flusso caldo di idee

Non è un caso se le migliori idee (e non solo la battuta pronta) vengono molto spesso nel momento dello shampoo prima di scappare in università o magari la sera dopo una giornata infinita, mentre ci si rilassa con il profumo del bagnoschiuma preferito.

Il momento della doccia, infatti, che sia la mattina o la sera, crea attorno a noi l’atmosfera giusta per incoraggiare attimi di creatività improvvisi. Lavarsi non richiede un grande sforzo mentale, così come camminare, fare giardinaggio ecc., ovvero tutte attività che concedono al cervello di mettere il “pilota automatico” per qualche minuto e di essere, dunque, più fantasioso di quando, invece, è molto impegnato. In questo modo, con la mente in “pausa doccia“, l’inconscio riporta a galla questioni passate o ancora da ragionare, cosicché un flusso di idee scorre nella mente come l’acqua calda sul corpo.

Shower effect, l’effetto doccia

Quando la mente è libera di vagare, elabora pensieri per associazioni dissonanti di idee, ma non perché sia annoiata, al contrario. Il dispendio parsimonioso di energia per semplici attività, cosiddette “rilassanti”, come appunto l’insaponarci sotto la doccia, viene definita, dagli studiosi dell’Università della Virginia (USA) sulla rivista accademica Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts, “effetto doccia“.

Il professore Zac Irving, nell’ambito di questi recenti studi che hanno avuto origine a partire dall’anno 2022, ha scoperto che, quando non si riesce a venire a capo di un problema, è consigliabile dedicarsi ad attività che svolgano un’azione rigenerativa sia del corpo, ma soprattutto della mente. Irving continua dicendo che non è fasciandosi la testa e rimuginando continuamente sul problema che si troverà una soluzione, bensì è utile sciogliere i nervi e concedere al cervello una boccata d’aria con una pausa stimolante, permettendogli di seguire il filo che lo porterà all’idea perfetta, fuori dal labirinto di pensieri sconclusionati che lo avevano fino a quel momento ingolfato.

Ti senti bloccato su un problema? Cosa fai? Probabilmente non qualcosa di così noioso come guardare la vernice mentre asciuga. Fai invece qualcosa per tenerti occupato, come una passeggiata, del giardinaggio oppure una doccia. Tutte queste attività sono moderatamente coinvolgenti

Una dichiarazione di Zac Irving nell’articolo Finally, the Real Answer Why Your Best Ideas Come While Showering

L’esperimento dello studio universitario

I ricercatori americani, in quanto scienziati, hanno svelato il segreto dello shower effect con degli effettivi esperimenti.

A 222 volontari, in prevalenza donne, è stato chiesto di trovare un modo creativo per dare una nuova vita a una graffetta e un mattone in un minuto e mezzo. Le volontarie sono quindi state divise in due gruppi: il primo, mentre pensava alla graffetta e al mattone, aveva davanti la scena dell’orgasmo simulato da Meg Ryan nella romcom, When Harry met Sally. Il secondo gruppo, invece, doveva accontentarsi di un filmato noioso di alcuni uomini che piegavano il bucato. A fine visione, lo scopo degli scienziati non era tanto capire quale dei due video avesse stimolato di più la mente dei partecipanti, considerando anche l’ovvietà della risposta, ma quanto essa avesse vagato per quel minuto e mezzo grazie a quei brevi video.

Le conclusioni: il pignolo processo creativo della mente

I risultati sono prevedibili: chi aveva guardato lo spezzone del film ha elaborato molte più idee creative rispetto a chi si era sorbito quel minuto di uomini in lavanderia, che il loro cervello ha valutato decisamente meno stimolante. Questo riscontro rispecchia perfettamente ciò che gli studiosi della Virginia hanno intuito, ovvero che il vagabondare della mente mentre è impegnata in compiti che richiedono un’esigua quantità di attenzione, come guardare un video, è funzionale al suo processo di creatività.

Tuttavia questa è una ricerca tanto nuova quanto ancora da sviluppare ed approfondire e quello di cui si è parlato prima, è solo la punta dell’iceberg dell’effetto doccia. Irving e i suoi colleghi ripeteranno l’esperimento utilizzando la realtà virtuale, per rendere le situazioni più realistiche e vedere come si comporta il cervello quando, per staccare la spina, si sceglie di andare a fare una passeggiata tra i boschi. Chissà, forse uscirà presto anche l’effetto camminata?

Ascoltiamo il nostro cervello

Di certo, in questo modo abbiamo scoperto un’altra faccia della nostra scatola grigia: l’artista incompreso. Come ogni inventore che si rispetti, il cervello necessita di pace e di qualche suggerimento da parte dell’inconscio.

Dunque, quando siamo in crisi per un’idea che non viene e all’improvviso sentiamo di uscire a fare una passeggiata o andare a farsi una doccia, è come se il nostro cervello ci stesse parlando: “Spegni i cortocircuiti e rilassati per un po’. . . in questo modo l’artista creerà le nuove idee che cerchiamo, oltre a farci divertire ripensando a conversazioni che si sarebbero completamente ribaltate se solo quella frase perfetta fosse venuta fuori prima: anche in quel momento sarebbe servita una doccia.

Ricordiamoci che prima di tutto viene sempre il nostro corpo, per cui, ascoltare i messaggi che ci invia, è fondamentale per stare bene davvero, anche quando ci sarebbe solo bisogno di una doccia per trovare le migliori idee.

Immagine in evidenza: Idroclic.it

Autore

Lascia un commento