Bookcity in IULM: 4321 e la notte delle nostre 4 vite

Ormai da anni nella nostra città si tiene la famosa festa del libro, Bookcity. Quest’anno, in IULM, alcuni studenti hanno partecipato alla maratona di lettura del libro di Paul Auster, 4321.

Un’occasione in cui tutti insieme abbiamo riscoperto la lettura sotto un’ottica diversa, quella della condivisione e soprattutto dell’interpretazione personale.

Abbiamo cercato di raccogliere l’anima di quella notte in un reportage sonoro, edito da Massimo Lo Nigro. Le voci dei professori che hanno organizzato l’evento, quelle dei lettori e anche degli ascoltatori delle vite Archie Ferguson. Buon ascolto.

Reportage 4321, Paul Auster
Prima parte della locandina per 4321, realizzata da Giulia Scomazzon

Ogni Archibald Ferguson ha qualcosa che ci appartiene

4321 può sembrare un monte insormontabile, con le sue 900 pagine. Eppure, come suggerisce anche il professor Vittorini nel reportage, il romanzo è più vicino a noi giovani di quanto possiamo immaginare.

Si attraversa nei minimi dettagli la storia di 4 personaggi, che in realtà sono la stessa persona (Archibald Ferguson), ma in mondi diversi. O forse non del tutto diversi. Per quanto le loro esistenze seguano vie parallele e contrarie insieme. Perché in tutti i 4 Archie, la passione per le arti, il cinema di Stanlio e Ollio, o per la scrittura, non mutano.

Come suggerisce Micael Chimienti (lettore durante il reading) nella sua tesi di laurea triennale su 4321: “I personaggi cambiano, alcuni rimangono, inevitabilmente segnati da un caso che li vuole partecipi alla vita di Archie 1 o Archie 3. Cambiano i ruoli, l’ordine degli eventi, ma l’identità, pur molteplice e frantumata dagli incidenti, si ricompone con il potere della scrittura. La storia individuale si fonde con i grandi avvenimenti storici e un semplice bacio si fa propulsore di una voce interiore e disperata che vuole ribadire “io sono qui, in questo momento, sono io e nessuno mi priverà di questa unicità“.

Questo meccanismo crea un senso di comicità tra lettore e ascoltatore. Ad esempio, ci si immerge nelle ansie del giovane Archie quando sta per baciare per la prima volta la cugina Amy, di cui è innamorato. Si percepisce chiaramente l’ansia di un quattordicenne che non riesce più a riconoscere il suo corpo e tanto meno a controllarlo.

O ancora nell’esperienza omosessuale dell’altro Archie, che rischia di prostituirsi senza capirne bene nemmeno lui stesso il motivo. Ma anche semplicemente nella storia d’amore dei suoi genitori, e delle differenti pieghe che prendono il loro matrimonio e le loro stesse esistenze nelle 4 vite.

La “mappa” delle diverse vite di Archie Ferguson, protagonista di 4321

L’unicità della lettura a più voci: saper mostrare

Ciò che ho davvero percepito grazie a questo esperimento di lettura collettiva, (a cui ho partecipato per la prima volta sia da lettrice che da ascoltatrice) è la realtà dei sentimenti dei diversi Archie. Credo che ognuno di noi lettori gli abbia donato quel quid che nella lettura autonoma e silenziosa è molto più complesso aggiungere.

Inoltre, proprio grazie allo scambio tra noi lettori, ogni singolo avvertimento o sentimento che coinvolgesse Ferguson, è stato interpretato e raccontato in maniera diversa.

A dimostrazione di ciò, penso che l’esperienza della lettura ad alta voce e collettiva possa aiutarci a scoprire diversi punti di vista. Perché, ovviamente, io non leggerò e non interpreterò mai allo stesso modo di qualsiasi altra persona. Personalmente credo che lo stato d’animo dell’Archie che è vittima di bullismo a scuola non l’avrei mai interpretato come l’ho sentito leggere.

Così, i pezzi che ho letto non si sarebbero impressi nella mia memoria in maniera così indelebile se non li avessi letti davanti a qualcuno che deve necessariamente comprendere le sue sensazioni non avendo il testo davanti.

Chi di noi a casa è in piedi davanti ad un leggio e un pubblico a leggere in questo modo? Io sono certa che non avrei mai percepito così a fondo la disperazione che ha provato dopo l’incidente in cui ha perso due dita.

Foto testimone scattata durante il Reading alle ore 01:23

4321: un finale che stiamo continuando a scrivere

Com’è stato leggere tutta la notte?
Quella magica notte in cui i 4 Ferguson siamo diventati noi stessi. Le loro azioni le compivamo noi in quel momento, mentre le leggevamo e le mostravamo a chi ci ascoltava. Le mostravamo, non le leggevamo soltanto.

Dopo quella notte, credo che tutti noi che vi abbiamo preso parte, da lettori e da ascoltatori, ora sentiamo la necessità che esperienze come questa debbano essere ripetutamente proposte e organizzate. Specialmente in un luogo così ricco di stimoli come l’università.

Si ringraziano la professoressa Luisella Farinotti e specialmente Giulia Scomazzon, per averci regalato una notte speciale e indimenticabile che vorrei rivivere almeno ancora una volta. Vi lascio rubando una citazione a Paul Auster, 4321:

La sensazione costante che i bivi e le parallele delle strade prese e non prese fossero tutti percorsi delle stesse persone nello stesso momento, le persone visibili e le persone ombra, che il mondo effettivo fosse solo una piccola parte del mondo, poiché la realtà consisteva anche in quello che sarebbe potuto succedere ma non era successo, che una strada non fosse né meglio né peggio di un’altra, ma il tormento di vivere in un solo corpo stava nel fatto che dovevi essere sempre su una strada soltanto, anche se avresti potuto essere su un’altra, verso un posto completamente diverso.

4321, Paul Auster

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