Last but not least: La disobbedienza civile

Neppure un istante posso riconoscere, come mio governo, quell’organizzazione politica che è il governo schiavista.”

Henry Thoreau tenne nel 1848 una conferenza al Concord Lyceum (Massachusetts) dal nome “La resistenza al governo civile”. Venne pubblicata successivamente con il titolo “La disobbedienza civile“.

Vita nei boschi

Andai nei boschi perché volevo vivere in profondità, succhiare tutto il midollo della vita, per non scoprire in punto di morte di non avere mai vissuto.”

È il 4 luglio del 1845 e Thoreau si reca sulle sponde del lago Walden. Nel frattempo si profila il principio di quella che diventerà la guerra tra Messico e Stati Uniti (1846-1848). Lui, però, è lontano. Invece di abbracciare la legge marziale, decide di stabilirsi nei boschi. Ha così inizio un percorso di sopravvivenza, all’insegna del culto del poco che basta. Contro qualsiasi buonsenso possibile, non tornerà alla vita di città fino al 1847.

A Thoreau sono state assegnate innumerevoli etichette: saggista, abolizionista, filosofo, trascendentalista e tante altre. Tutte risultano inutili nel dare una visione adeguata di questo uomo. Essenzialmente, Thoreau era uno che non riusciva a stare zitto, e ancor meno riusciva a stare fermo.

La disobbedienza civile

La disobbedienza civile, Henry Thoreau, Feltrinelli editore

Come può bastare a un uomo limitarsi ad ascoltare favorevolmente un’opinione e goderne?

Thoreau non pagò per sei anni la tassa per il mantenimento di un sacerdote alle cui prediche era andato il padre. Per questo dovette passare una notte in prigione e fu lì che si sentì all’interno del cuore della sua città. Vide più chiaramente lo Stato in cui viveva. Il non pagare l’imposta era un atto concreto per distaccarsi effettivamente da un’istituzione che non dava voce alla “Minoranza”.

Nel pamphlet rifiuta di identificarsi con un governo che si definisce schiavista. “Dato l’attuale stato delle cose, il modo più semplice per esprimere il proprio amore nei riguardi dello Stato è rifiutarsi di riconoscerlo“.

Thoreau tuttavia scrive di voler trovare delle motivazioni per conformarsi alle leggi del suo Paese, ed è anche fin troppo pronto a ciò. Eppure il Massachusetts non permette che ciò avvenga.

Quello che richiede non è l’abolizione del governo, ma un governo migliore. Uno Stato che riconosca la persona come la forza da cui la sua stessa autorità deriva, e la tratti di conseguenza.

Eredità

L’incisività di Thoreau si è lasciata alle spalle tanti semi, raccolti da chi è rimasto affascinato dalla sua personalità. Tra i grandi nomi, spiccano quelli di Ghandi, M. L. King, Allen Ginsberg e J. F. Kennedy. Sean Penn ha scritto e girato Into the Wild con l’esperienza di Thoreau sul lago Walden come riferimento.

Questo pensatore si erge in prima fila nella schiera dei disobbedienti civili che la storia ci consegna, da Antigone a Danilo Dolci.

Thoreau è un uomo da conoscere, uno sguardo da intercettare, ancora vivo e attuale nei suoi scritti. A modo suo, con lucida follia, ci ha dimostrato che le logiche del pensiero comune sono solo fumo in confronto alla coscienza del singolo.

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