Damien Chazelle: cinema a ritmo di jazz

L’anima del regista Damien Chazelle si rivela non appena gli si domanda quale sia il film che più ha amato. La risposta, Les parapluies de Cherbourg, piccolo capolavoro di Jacques Demy, manifesta quello sguardo incantato e sognante che il regista americano è riuscito a rappresentare sul grande schermo, proiettandolo nelle sue pellicole.

Damien Chazelle: cinema a ritmo di jazz 
Director's cut

É forse questa la grande forza di Chazelle, dotato di un indubbio talento non solo a livello registico ma anche come sceneggiatore, che gli ha permesso di raggiungere in breve le vette più alte del successo. Con Whiplash, suo secondo lungometraggio, ottiene nel 2014 numerose nomination a Oscar e ai Golden Globe. É con La La Land che però, nel 2017, sbaraglia la concorrenza: nominato in quattordici categorie, si porta a casa “solo” sei premi, tra cui quello di miglior regista.

Si tratta di una vittoria non solo personale, ma anche di quella visione di un cinema hollywoodiano che si muove a passi di danza. É un mondo lontano dalla realtà e quantomai onirico, ma sempre con una spiccata vena realista. Un film sui film, dedicato alla settima arte e a tutti coloro che hanno ancora il coraggio di sognare. Anche quando lo scontro con la realtà appare inevitabile e doloroso. 

La vena autobiografica

Era il 2011, e il talento di Chazelle era ancora sconosciuto a molti. Il futuro regista stendeva, all’università di Harvard, uno script dalle forti tinte autobiografiche, dedicato principalmente al suo amore per la musica jazz. Questa sceneggiatura, seppur ancora grezza, sarebbe diventata la base per il primo successo commerciale e di critica di Chazelle: Whiplash

Con Whiplash, il regista vuole mostrare solo “sparuti sprazzi di bellezza” della musica. Ciò che appare sullo schermo rimanda a tutto fuorché alla delicatezza e all’armonia che il concetto di musica porta inevitabilmente con sé. Chazelle mostra l’altra faccia della medaglia, quella violenta e drammatica. Mostra “lo sporco, il sudiciume e lo sforzo che ci sono in un lavoro musicale”.

l protagonista, interpretato da un immenso Miles Teller, diventa l’alter ego dello stesso regista e dipinge una mente disturbata e dedita solo alla musica.

Damien Chazelle: cinema a ritmo di jazz 
Whiplash
Scena del film Whiplash

La follia si acuisce con la figura a tratti bestiale interpretata magistralmente da J.K. Simmons (Oscar per il ruolo), che dà anima e corpo al terribile direttore d’orchestra del prestigioso conservatorio Shaffer.

I ritmi sono serrati, scanditi come in una partitura musicale. La violenza che subisce il giovane Andrew si trasforma in un vero e proprio abuso fisico e psicologico. Ciononostante, anche di fronte alle mani insanguinate e lacerate del protagonista, irrompe di fronte al nostro sguardo una vera e propria devozione nei confronti della musica. É un rispetto che a tratti sembra cedere verso una cieca idolatria, ma che in realtà dimostra con pura onestà quanto il mondo della musica sia un campo di battaglia. A sopravvivere è solo il più forte. 

Sing sing sing

La La Land (2016) altro non è che il risultato dell’amore che lega Chazelle al cinema hollywoodiano. Non si tratta di una mera mitizzazione del “sogno americano”, un vuoto prodotto per esaltare la bellezza di Hollywood. Dipinge, innanzitutto, una romantica storia d’amore, tra il jazzista Sebastian (Ryan Gosling) e l’attrice Mia (Emma Stone). Una storia che si muove a ritmo della splendida colonna sonora composta da Justin Hurwitz, collaboratore e grande amico di Chazelle.

Damien Chazelle: cinema a ritmo di jazz 
La La Land
Scena del film La La Land

C’è tanto amore in questa pellicola: per il cinema, per la musica, per la danza, per il sogno. Quei sogni che sembrano costantemente svanire, spazzati via da una realtà che fa dolorosamente aprire gli occhi su un mondo che sembra muoversi controcorrente.

Chazelle riporta però in auge il valore della speranza, e “brinda” a coloro che non hanno mai smesso di credere nell’arte, e che hanno avuto il coraggio di cambiare la propria vita. La La Land danza sotto i nostri occhi, tra colori abbaglianti e luci al neon, dando forma e spazio a quella profonda devozione che il regista prova nei confronti del cinema, e tratteggiando la forza che questa arte è in grado di portare con sé.

Chazelle oggi

Il grande talento di Damien Chazelle sta nella firma così intima e personale che riesce a dare a ogni a sua pellicola, anche se distante per genere da quelle precedenti. Ne è un esempio il suo ultimo lavoro, First Man (2018), adattamento della biografia dell’astronauta Neil Armstrong. Lo si vede nei primissimi piani sul volto asciutto e spento di Ryan Gosling (che regala una spettacolare performance come Armstrong), nei giochi di luce che creano inquadrature armoniche e ricche di dettagli, nell’uso della macchina a mano per trasmettere l’intensità che traspare dallo sguardo e dai volti dei suoi personaggi.

In First Man ritorna la proficua collaborazione con Hurwitz, regalando una pellicola intima e introspettiva, che si muove, ancora una volta, su delicati passi di danza. Il regista trasforma l’allunaggio in un grande lavoro d’orchestra, dove ogni strumenti diventa la chiave per quel “piccolo passo per l’uomo e grande passo per l’umanità”.

Damien Chazelle: cinema a ritmo di jazz
Damien Chazelle

Non dovremo attendere molto per rivedere lo splendido lavoro di Chazelle sul grande schermo. Babylon in arrivo nel 2021 con protagonisti Emma Stone e Brad Pitt, promette una finestra sul mondo del cinema durante il passaggio dal muto al sonoro. Al contrario, basterà aspettare il prossimo 8 maggio per ascoltare le note prodotte da The Eddy, nuova serie tv prodotta da Netflix. Insomma, un futuro che sembra procedere tra musica e cinema, tra note e pellicole, che siamo certi Chazelle sarà in grado di far danzare sotto i nostri occhi. 

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