Questa è una storia di fede e fiducia incrollabili nell’eterna giovinezza e nell’eterna spensieratezza.
Dexter Fletcher è tornato dietro la macchina da presa, con un altro biopic, dopo il successo (meritato?) ottenuto con Bohemian Rhapsody.
Il dolore, guardando già dal titolo, è uno dei protagonisti del nuovo film del regista Pedro Almodòvar.
Caryl Churchill scrisse “Cloud 9”, tradotto in Italia come “Settimo Cielo“, nel 1979. Margaret Tatcher era appena stata eletta Primo Ministro e nelle strade si parlava di liberazione femminile e sottocultura punk.
Il 25 aprile di quest’anno era la Festa della Liberazione, ma anche il giorno prima è stato molto importante: è uscito “Avengers: Endgame”.
Cowboy e indiano, rapinatore e minorato, barboncino e cervo. Questi sono solo alcuni dei nomi con cui si fanno chiamare, o vengono chiamati, i due protagonisti del tredicesimo film da regista di Sergio Rubini, in questo caso anche protagonista.
Fascisti al Salone del Libro, fascisti per strada, fascisti al supermercato, fascisti al bar, fascisti in aula. E per fortuna arriva Archie Harrison, il Baby Sussex, a farci tirare il fiato.
Non così datato da essere dimenticato, ma con una pubblicazione che è passata inosservata. Last but not least si ferma in Italia per raccontare il Medio Oriente.
Nessuno aveva mai fatto un film che raccontasse anche solo una parte della vita di due dei più grandi comici del secolo scorso, sicuramente il duo più grande della storia del cinema.
Mentre Salvini e Di Maio si unfollowano su Instagram, dall’altra parte dell’oceano sale sul palco della conferenza degli sviluppatori F8 chi ha davvero le sorti del mondo in mano.