Studenti del Medioevo: com’era andare all’università nel 1200?

Oggi l’università è vista come un’istituzione moderna, con aule, esami, laboratori, specializzazioni e percorsi sempre più settoriali. Ma il concetto stesso di “università” nasce nel Medioevo, in un’Europa ancora profondamente religiosa, feudale e divisa in regni. In questo contesto nascono i primi centri di istruzione superiore, pensati per formare chierici, giuristi e medici, ma anche per rispondere alla crescente domanda di sapere da parte di una nuova classe sociale urbana in ascesa. L’università medievale è molto diversa da quella di oggi, ma sorprendentemente moderna in alcuni tratti: c’erano esami, “lauree”, stipendi per i docenti, studenti organizzati in corporazioni e persino proteste.

L’attualità tra dazi e hi-tec, corteo pro-pal e Turetta senza aggravante di crudeltà

Una settimana, come del resto ormai da mesi, in cui i vari casi di femminicidio sono al centro delle proteste e del dibattito pubblico. Per Turetta arrivano le giustificazioni dell’ergastolo senza crudeltà, per Stasi la semilibertà. Nel mentre la domanda in tutto il mondo è: Dazi si o dazi no? Trump lancia una tregua temporanea e parziale per avere il tempo di contrattare con gli altri paesi, ma la Cina rimane sotto tiro. A Milano un nuovo corteo pro-palestina sfocia in violenza.

Che lavoro vuoi fare da grande? La Gen Z cambia le regole del gioco

E tu, che lavoro vuoi fare da grande?” È la fatidica domanda, pronunciata con insolente curiosità dall’Ansia in persona che, una volta impadronitasi degli adulti, tra cui genitori, nonni e parenti, parla ai bambini proiettando su di loro le aspettative altrui. Ma cosa succede se le aspettative e le priorità dei giovani di oggi, della cosiddetta Gen Z, non rispecchiano più quelle di una volta?

Il mercato del lavoro è profondamente cambiato, ma questa evoluzione continua a generare incomprensioni tra le generazioni, alimentando l’idea che i ragazzi siano meno motivati. Ma è davvero così? La Generazione Z risponde: è tempo di cambiare rotta.

Un terremoto distrugge la Birmania mentre Trump fa ancora discutere

Il focus è sulla politica e cronaca estera. L’amministrazione Trump continua a far parlare di sé sia per le chat tra i vertici pubblicate su Atlantic che per il video della segretaria per la sicurezza interna nel carcere di El Salvador. Spostandoci in Asia spaventa il terremoto in Myanmar che ha distrutto il paese e causato danni nelle zone limitrofe. In Italia si discute a proposito di quale cognome sia giusto dare ai figli.

Dalle tregue cercate e interrotte ai bambini tra cronaca e adozioni.

La preoccupazione per la sicurezza dei bambini è al centro delle notizie settimanali: dalle adozioni aperte anche ai single alla storia di Sarah, trasportata dal Marocco in una busta della spesa per essere venduta in Italia. Continua la trattativa per arrivare alla fine della guerra russo-urcaina mentre si rompe la tregua nella striscia di Gaza dopo 59 giorni.

Information overload: navigare o naufragare in un mare di dati?

Ti è mai successo di aprire il telefono per controllare una sola cosa e ritrovarti a scorrere pagine su pagine per minuti, se non ore?
In un mondo digitale e iperconnesso l’overload informativo è un problema sempre più diffuso. Siamo quotidianamente immersi in un labirinto di dati, spesso non verificati e irrilevanti, una quantità di input che superano le capacità di elaborazione di ciascuno di noi. 
Premettendo che questo articolo, oltretutto, si aggiunge a quel carico di contenuti, se scapperai dalla lettura saprò che è un gesto di sopravvivenza, è la tua libertà di selezione!