Una valigia e un biglietto aereo: l’Erasmus è una scommessa. Tra la paura di perdere tutto e la speranza di ritrovarlo, la rubrica «Destinazione Erasmus» parte dalla tappa zero.
Tra vent’anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna.
Mark Twain
In viaggio verso la prossima destinazione, pronta ad affrontare questo salto nel vuoto, osservo il mondo rimpicciolirsi sotto i miei occhi – e sì, quel posto al finestrino vale ogni centesimo – mentre mi ritrovo sospesa tra le nuvole. Ripenso alle parole attribuite a Mark Twain e non posso fare a meno di chiedermi, con una punta di sospetto: “Se avesse ragione?”
Una risposta certa non l’ho ancora trovata, nonostante i mille viaggi e le innumerevoli occasioni per riflettere, mentre cerco una posizione comoda sul sedile dell’aereo. Forse servirà aspettare vent’anni e altre mille esperienze, ma nell’attesa di conferme, ho deciso che l’unica via è rischiare.
Ogni volta l’esitazione sorge dal tentativo di dare una risposta sempre alla stessa domanda: “Che cosa c’è da perdere?”. La conclusione a cui giungo puntualmente è paradossale: probabilmente niente, e probabilmente tutto. Lo ammetto, è una conclusione confusionaria. Però, dopotutto, un po’ di caos non può non esserci tra i pensieri di chi lascia tutto per come lo conosce e lo ricostruisce da capo lontano da casa, no? Se invece c’è qualcuno che ha vissuto un’esperienza del genere con i pensieri perfettamente chiari e ordinati, ho bisogno di incontrarlo.
Nuovo paese, nuova lingua, nuova vita: un salto che può spaventare. Pensandoci però, il vero timore probabilmente, una volta tirate le somme, non è nell’ignoto che attende, ma in tutto il contrario: l’idea di non muoversi mai, di restare ancorati, di non conoscere mai il mondo e le sue culture.
La paura e l’emozione – questa conclusione paradossale che vive nel mio cuore – sono racchiuse in un oggetto che porto con me: una valigia. Stracolma di vestiti – o almeno, di tutti quelli che sono riuscita a farci stare – piena dei ricordi di casa, della famiglia e degli amici e, in un angolino piccolo e dimenticato, anche qualche libro e quaderno per l’università. Ma soprattutto, zeppa di speranza e di un’enorme voglia di scoprire cosa mi avrebbe atteso al di là di quel volo. Cosa sarebbe successo quando avrei riaperto quella valigia per svuotarla?
L’Erasmus è tutto questo e molto di più. È ancora tutto da raccontare.
Chi scrive?
Pochi mesi fa, avreste incontrato Giorgia, studentessa al primo anno di Comunicazione, Media e Pubblicità, che paralizzata dai dubbi, era sul punto di rinunciare a trascorrere un semestre a Malta.
Oggi conoscete quella stessa ragazza, solo qualche mese più grande, ma con una consapevolezza acquisita: nulla sarebbe mai stato più giusto che essere esattamente dove sono adesso.
Cosa posso aspettarmi da questa rubrica?
La rubrica «Destinazione Erasmus» vuole essere una guida per affrontare il periodo di studio all’estero.
So bene che l’Erasmus può essere un labirinto di scartoffie e processi burocratici senza uscita. Per questo, l’obiettivo è svelare tutto ciò che avrei voluto sapere prima e fornire dritte pratiche per sopravvivere alla parte meno divertente dell’esperienza.
In ogni caso, l’Erasmus è anche – se non soprattutto – emozioni, persone e storie. Per questo, oltre al mio racconto, condividerò le testimonianze di altri ragazzi e ragazze che hanno deciso di partire: le loro esperienze, i loro pensieri e i loro consigli.
Il viaggio inizia ora
Che tu abbia la valigia in mano, l’ansia nello stomaco ed il biglietto pronto o che l’Erasmus sia ancora un sogno nel cassetto, se sei curioso di scoprire cosa significa fare il salto, allaccia la cintura e preparati al viaggio!
Il primo passo per compiere il salto? Seguire la rubrica «Destinazione Erasmus»!
Immagine in evidenza: Pexels

2 Commento
Anonimo
🥹❤️
Anonimo
🧡🧡🧡