Il 17 settembre 1989 Billy Joel pubblicò il singolo We Didn’t Start the Fire all’interno dell’album Storm Front. Brano dalle sonorità martellanti e complesse, il pubblico lo ama e lo odia. Ma conoscete la storia dietro?
Chi è Billy Joel?
Pianista e cantautore newyorkese, nato il 9 maggio del 1949, durante la sua carriera ha spaziato principalmente dal rock al pop, con alcune influenze rhythm & blues. Viene soprannominato Piano Man, in riferimento ad una delle sue canzoni più celebri (pezzo che l’ha reso noto anche alla Generazione Z, grazie alla sua recente viralità su TikTok). È proprio con l’uscita dell’album Piano Man, avvenuta nel 1973, che Joel apparirà al grande pubblico per la prima volta. Ma l’affermazione definitiva arriva nel 1977 grazie a The Stranger, uno degli album migliori di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone. Disco vincitore di due Grammy, contiene, tra le altre, le canzoni Just the Way You Are e Vienna. Ha pubblicato complessivamente 13 album in studio e venduto oltre 150 milioni di dischi, durante una carriera lunga più di cinque decenni.
L’uscita dell’album Storm Front rappresenta un distacco rispetto agli altri lavori usciti negli anni ‘80, tra i quali possiamo ricordare la hit Uptown Girl. La differenza maggiore si trova proprio nel sound, con il classico pianoforte sostituito da suoni sintetici e distorsioni.

Diverse generazioni di giovani a confronto
L’idea per il brano sorse a Joel durante una conversazione in uno studio di registrazione. Ad un certo punto della chiacchierata qualcuno affermò: “È un periodo storico terribile per avere 21 anni!”. Era il 1989 e gli equilibri mondiali si trovavano in una condizione di tumulto generale, la caduta del muro di Berlino era ormai imminente e la Guerra Fredda sembrava essere vicina alla conclusione. Il ragazzo poi continuò insinuando che Joel, che aveva da poco compiuto 40 anni, fosse stato fortunato a vivere la sua gioventù in “anni in cui non era accaduto niente”.
Fu a questo punto che Joel pensó di scrivere una canzone elencando tutti i fatti di cronaca accaduti dall’anno della sua nascita, il 1949, fino all’anno in cui il pezzo uscí. Il messaggio era semplice: la storia umana è sempre stata complicata e lo è sempre stata per tutti.
Ed aveva ragione:chiunque a vent’anni può pensare che questo non sia un pianeta per giovani, o che il proprio futuro si trovi solamente nelle mani di chi questo pianeta lo comanda. Ma il ritornello che intervalla il flusso di parole continuo della canzone ci ricorda, in modo quasi rassicurante, che la “fiamma” che cerchiamo di spegnere non brucia per colpa nostra.
No, we didn’t light it, but we tried to fight it
Billy Joel
Impatti discordanti
We Didn’t Start the Fire menziona 119 elementi importanti della storia del secolo scorso. Da Richard Nixon ad Il giovane Holden, dalla crisi di Cuba alla nascita di Disneyland, il ritmo è serrato e articolato. Oltre agli eventi più famosi, il brano ricorda anche fatti meno conosciuti come casi di cronaca nera o eventi sportivi. Musicalmente, il pezzo è caratterizzato dalla batteria e da tastiere synth “molto anni ‘80” e viene considerato un ritorno di Joel a suoni più rock. Al grande pubblico piacque subito: negli Stati Uniti arrivò in cima alla classifica Billboard. We Didn’t Start the Fire ricevette anche una candidatura ai Grammy come migliore registrazione dell’anno.
Tuttavia, a posteriori, i critici lo annoverano tra i peggiori singoli della discografia di Billy Joel, per le sue linee statiche e meccaniche. Joel stesso paragonó il riff della canzone al suono del “trapano di un dentista”. Nonostante ciò, la canzone gode di una grande fama ancora oggi e numerosi film e pubblicità l’hanno utilizzata come colonna sonora.
Nel 2023 la band pop punk statunitense Fall Out Boy ne ha registrata una nuova versione, presentandola agli MTV VMAs di quell’anno. Seguendo lo stesso stile del pezzo originale, il testo elenca 81 eventi importanti avvenuti tra il 1989 ed appunto il 2023.
Il videoclip
Il video musicale, diretto da Chris Blum, racconta le vicende di una famiglia comune: un matrimonio, la nascita di figli e nipoti, la morte di uno dei familiari. Tutto accade all’interno di una sola stanza, una cucina, che rimane la stessa per l’intera durata del video e vede crescere ed invecchiare i protagonisti. Per rappresentare il passare degli anni, vediamo cambiare i titoli sui giornali, la moda e l’arredamento della stanza, che ci danno un assaggio di ciò che sta avvenendo all’esterno. L’artista è onnipresente sulla scena ed osserva le situazioni cambiare. Contemporaneamente, ci vengono mostrate fotografie famose di eventi storici e politici, bruciate da un fuoco che non si spegne mai.
We Didn’t Start the Fire è un frullato di politica e cultura pop che fotografa un pezzo di storia moderna ormai distante, ma l’eco del titolo rimane attuale: ogni giorno proviamo a combattere battaglie che non abbiamo provocato noi.
But when we are gone, it will still burn on
Billy Joel
Immagine in evidenza: latimes

