Nobel 2025: i nomi di quest’anno

Fisica, chimica, medicina, letteratura, pace ed economia. Ecco gli ambiti protagonisti delle annuali premiazioni Nobel, che fin dal 1901, si susseguono nel periodo di ottobre tra Stoccolma ed Oslo, da sempre oggetto di riflessioni e dibattiti accesi. Siamo arrivati a quella settimana, e con lei le grandi scoperte ed opere fatte durante questo 2025: ma quali saranno i vincitori? Chi sarà detentore del sempre discusso Nobel per la Pace? Scopriamolo insieme.

La scoperta che ha conquistato il Nobel per la medicina: “tolleranza immunitaria periferica”

Le premiazioni sono iniziate questo lunedì, con l’assegnazione del premio per la medicina. A conquistare il titolo sono stati i due americani Mary E. Bunkow e Fred Ramsdell, insieme al giapponese Shimon Sakaguchi, con la loro scoperta sul nostro sistema immunitario. Le cellule T regolatorie, trovate da Sakaguchi, agiscono come un meccanismo di guardia che impedisce alle cellule T di colpire le cellule sane, evitando lo sviluppo di malattie autoimmuni. Ha poi dimostrato, seguendo gli studi dei due colleghi, che il loro corretto funzionamento è regolato dal gene Foxp3, individuato precedentemente da Bunkow e Ramsdell. L’unione delle loro analisi ha quindi portato ad una delle più grandi osservazioni della medicina moderna, ed alla spiegazione del motivo per il quale non tutti contraggono malattie autoimmuni.

Raggiunta l’era della fisica quantistica: lo dimostrano Clarke, Devoret e Martinis

Numerosi esperimenti da parte degli scienziati John Clarke, Michel Devoret e John Martinis hanno portato a delle scoperte che spianano la strada allo sviluppo di tecnologie quantistiche. Il tutto è basato sullo sfruttamento della meccanica quantistica, grazie alle loro osservazioni sul tunnel quantistico. Tramite il tunnel le particelle microscopiche attraversano barriere di energia che secondo i canoni fisici dovrebbero essere insuperabili. Tale fenomeno è stato dimostrato che può esere applicato anche a sistemi più grandi, visibili non solo al mondo microscopico, tipico degli effetti quantistici, ma a livello macroscopico. Con ciò si potrebbero creare dispositivi quantistici sempre più potenti, comunicazioni più sicure, sensori precisi e quindi rivoluzionare l’approccio e la ricerca della fisica quantistica. Con questi studi si aprono quindi nuove strade e possibilità per il nostro futuro, tanto da meritarsi il Premio Nobel 2025 per la Fisica.

Da un modellino in legno al Premio Nobel: svolta nel mondo della chimica

Ed è proprio con un modellino di legno che negli anni 70 iniziano gli studi che hanno portato alla recente vittoria del Nobel per la chimica. Con questo plastico, destinato ad una lezione di chimica, Richard Robson, uno dei tre vincitori, inizia ad avere un’intuizione: ipotizza un utilizzo delle proprietà degli atomi per costruire nuove strutture molecolari. Tale capacità, secondo i suoi studi poi perfezionati ed affiancati da Susumu Kitagawa e Omar M. Yaghi, porta allo sviluppo di nuove strutture molecolari con effetti grandiosi, tra cui la possibilità di rimuovere inquinanti dall’acqua e l’immagazzinazione dell’idrogeno. Con questa innovazione si dà una vera e propria svolta ad alcuni dei più grandi problemi dell’umanità di oggi, come la siccità ed il sempre più diffuso inquinamento ambientale.

Riaffermare il potere dell’arte nel mezzo del terrore apocalittico

Sono queste le parole con cui viene descritto l’operato di Lazlo Krasznahorkai dall’Accademia Svedese per la vittoria del premio Nobel. L’autore ungherese era molto quotato per la vittoria per l’ambito letterario, per i suoi libri dai passi logoranti e da periodi molto lunghi. Il suo esordio nel mondo della letteratura è segnato dal libro “Sátántagó” del 1985, che tratta di questa comunità ungherese che torna in una fattoria durante la caduta del comunismo, in attesa di un miracolo. I suoi testi sono sempre caratterizzati da elementi tipici di Kafka, verso cui esprime ammirazione, atmosfere cupe, grottesche e da una componente ironica e pessimistica. I forti contrasti della sua poetica sono in grado di inorridire da un lato, ma di far riflettere il lettore, che si cimenta in maniera quasi totalizzante nelle sue opere, lasciando sicuramente il segno.

Il coraggio di opporsi al regime: Maria Corina

È arrivato il momento più atteso delle premiazioni Nobel: l’assegnazione di quello per la pace. I giornali hanno più volte citato il nome di Donald Trump come possibile vincitore, dati i suoi recenti movimenti al fine di trovare un accordo di pace per Gaza, e per quelli che lui stesso definisce come “sette conflitti a cui ha messo fine“, di cui però si hanno pareri discordanti. Ma per quest’anno è l’attivista Maria Corina Machado ad ottenere l’onorificenza, visti i suoi sforzi per i diritti del popolo venezuelano, e la sua lotta contro la dittatura per promuovere la democrazia. Questa donna per anni ha combattuto per la libertà, nonostante tutto e tutti, agendo in clandestinità pur di perseguire questo obiettivo, chi meglio di lei può darci l’esempio di quello che vuol dire avere coraggio in un mondo complesso come il nostro.

Immagine in evidenza: unige.it

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