Elisa in IULM: tra musica e sostenibilità

Il 3 ottobre la cantante Elisa è stata presente in IULM per parlare del suo concerto a San Siro dello scorso 18 giugno, uno dei primi live italiani a ridotto impatto ambientale. Sono stati così presentati i risultati di questo concerto “green“, reso possibile da numerose collaborazioni, tra cui Music Innovation Hub di cui era presente la project manager Sarah Parisio.

Ogni goccia fa la sua parte

Questo incontro è stato promosso e voluto da Elisa stessa che, in questo difficile momento storico, ritiene necessario parlare di sostenibilità ambientale. Infatti, già a maggio 2025 la cantante triestina aveva lanciato la Fondazione Lotus, che si impegna a promuovere azioni e progetti per la tutela dell’ambiente.

Per me era arrivato il momento di non separare più la musica dalla sostenibilità. In anni di concerti e progetti discografici ho cercato con il mio team di rendere questo aspetto parte del racconto. Poi però mi sono resa conto che potevo fare di più, potevo rendere più centrale questo discorso. Così abbiamo iniziato a lavorare tutti insieme, perché è sempre un lavoro di squadra. […] Ci sono state piccole battaglie che sono state vinte con questo evento a San Siro. Abbiamo visto dei bei cambiamenti che hanno portato un nuovo paradigma. Nel nostro piccolo abbiamo capito che alcune cose sono possibili, che alcune nuove modalità molto più sostenibili di prima sono possibili.

Elisa

Certo, un piccolo gesto nel contesto mondiale, una goccia nel mare. Ma grazie alla partecipazione di tutti, collaboratori e spettatori, è stato realizzato questo concerto che ha ridotto le emissioni di Co2 del 70%. Un traguardo che si spera possa diventare lo standard nel mondo della musica.

Il modello Elisa: politiche ambientali

L’assessore all’ambiente e al verde del Comune di Milano Elena Grandi, presente sul palco, ha chiamato questo prototipo di concerto il “modello Elisa”, in quanto è stata la prima a buttarsi in questa dura impresa. Oltre alle collaborazione da parte di associazioni, di aziende e del comune, a colpire ulteriormente è stata la partecipazione degli spettatori: pochi sono venuti in macchina, hanno portato vestiti usati, hanno fatto la raccolta differenziata. Per citare l’assessora “ciascuno di noi è una goccia, e ciascuno di noi può diventare il mare se tutte le gocce stanno insieme”.

Ma, quindi, quali sono state le azioni che hanno reso questo concerto a prova di sostenibilità?

Sono due i settori più importanti in termini di consumo nei concerti dal vivo: energia e mobilità. Per ridurre l’impatto della prima è stato scelto di sostituire il carburante diesel con il carburante di seconda generazione HVO, che proviene da scarti di sostanze già utilizzate. Mentre per quanto riguarda la mobilità, si tratta di un dato spesso trascurato ma che in realtà crea la maggior parte dell’impatto. Per il concerto di Elisa è stata creata una rete di partner con lo scopo di migliorare l’impatto ambientale che richiede raggiungere il Meazza: dal potenziamento dei mezzi di ATM, alle biciclette elettriche Lyme fino ai bus elettrici Wayla. Da dati rilevati da un questionario è stato rilevato che soltanto il 27% è venuto allo stadio con mezzi privati.

Un’altra iniziativa di successo riguarda la raccolta differenziata di cui ha parlato Simone Orsi, responsabile sviluppo e delivery di AMSA. Per l’occasione sono state realizzate delle isole ecologiche all’interno e all’esterno dello stadio per frazionare i rifiuti. I volontari dell’organizzazione Angeli del Bello di Milano si sono occupati di verificare lo smistamento. I risultati sono stati notevoli: 3850 kg di rifiuti raccolti e l’84,4% di raccolta differenziata.

Presente era anche Matteo Lovatti, presidente della cooperativa VestitiSolidale, che ha presentato un’ultimo elemento del concerto di Elisa: la raccolta di abiti e tessuti usati. In centinaia sono venuti a portare abiti usati per poterli rimettere in circolo secondo la logica dell’economia circolare. Così, ben 380 Kg sono stati trasformati in altro, dandogli una nuova vita. Una chiamata in azione, proprio come le altre, resa possibile soprattutto dalla sensibilità delle persone che hanno aderito.

I dati green del concerto

Un ulteriore elemento che rende il concerto di Elisa un caso significativo sul piano ambientale riguarda le modalità di monitoraggio dell’evento. Per la prima volta in Italia, l’intelligenza artificiale ha selezionato e analizzato dati con lo scopo di rilevare l’impatto ambientale di un concerto. La start-up JustOnEarth ha utilizzato l’IA per elaborare l’enorme quantitativo di dati disponibili, focalizzandosi su indicatori quali traffico, rilevamenti radar e dati terrestri in zona.

Con l’Istituto TETIS, società di consulenza e apparato dell’Università di Genova, sono stati analizzati i dati sulla produzione di CO2 e i livelli di spazzatura urbana generati. Secondo il monitoraggio littering, il concerto di Elisa ha ridotto del 9% il quantitativo di spazzatura prodotto rispetto ad eventi simili. Le emissioni di CO2 sono risultate inferiori del 17%, per un totale di 196 tonnellate contro le 500 in media emesse per eventi analoghi a San Siro. Inoltre, il concerto è stato alimentato con biofuel HVO di seconda generazione. Quesyo ha permesso una riduzione di oltre l’80% delle emissioni fossili rispetto a un concerto alimentato con diesel tradizionale.

La legacy del concerto: Plantasia

Successivamente ha preso la parola Andrea Rapaccini, presidente di Music Innovation Hub, raccontando la genesi del Parco Sonoro Plantasia. ll nome del progetto deriva dall’album Mother Earth’s Plantasia di Mort Garson nel 1976, composto appositamente per stimolare la crescita delle piante con la musica. Il concept deriva proprio dal presupposto che, secondo degli studi, le piante possono crescere più rigogliose e sane con un suono a basse frequenze. Da qui, Plantasia vuole diventare uno spazio in cui la musica possa aiutare le piante a fare il loro lavoro di bonifica.

Il progetto parte dalla bonifica di una ex cava di 40.000 m² nelle zone di Gallaratese attraverso procedure naturali chiamate fitorimedio, una tecnica innovativa che utilizza le piante per ripulire inquinanti presenti nel suolo, nelle acque o nell’aria. Nel suo piccolo il progetto Plantasia nasconde una grande spinta per un cambiamento concreto a favore dell’ambiente. Il concerto del 18 giugno 2025 ha creato indubbiamente un precedente su come anche la musica dal vivo può essere a favore dell’ambiente, cambiando le carte in tavola e mostrando agli artisti che tutto ciò è possibile.

Un messaggio agli studenti

Al termine dell’evento, Elisa ha tenuto a lasciare un messaggio ai giovani studenti IULM, e non solo:

Siete continuamente esposti a un giudizio brutale, completamente ingiusto e, a volte, dato anche da punti di vista poco coscienziosi. Il mio augurio (per voi) è di mantenere sempre la vostra integrità di pensiero, di cuore, di animo e di non farvi mai scoraggiare. Continuate ad essere sempre voi stessi portando avanti sempre chi siete. Credete sempre nella parte che voi potete fare.

Elisa

Inoltre, Elisa è passata dai microfoni di Radio IULM prima dell’evento per parlare di questo suo grande traguardo a San Siro. Qui trovate l’intervista.

Elisa e il team che ha reso possibile il concerto alla fine dell’incontro, Alice Poretti (Ph)

Immagine in evidenza: Alice Poretti Donvito

Autori

Lascia un commento