Ma c’è ancora qualcuno che usa BeReal nel 2025?

Io. Ma a parte me, chi, nel 2025, usa ancora BeReal? Ma soprattutto, perché l’unica app che prometteva verità e naturalezza ai suoi users è morta così velocemente? Forse non vogliamo vedere naturalezza sui social media e ci siamo stufati delle foto banali e sempre uguali dei nostri amici? Forse ci siamo accorti che non ci convenga più di tanto essere Real?

Il Concept

La prima idea nasce nel 2019, dai francesi Alexis Barreyat e Kévin Perreau. I due concretizzano la necessità di trovare uno spazio digitale in cui avere la possibilità di essere comunque sè stessi nel 2020.

La differenza rispetto agli altri social media è mastodontica. Abituati ormai a una realtà in cui la finzione, la perfezione, la competizione, il successo regnano sovrani, BeReal vuole riportare la gente comune coi piedi per terra, facendole ricordare che va bene non avere la vita degli influencer che è tanto abituata a seguire.
L’idea era inizialmente quella di consentire agli utenti di postare unicamente una foto durante la giornata, entro due minuti dall’arrivo di una notifica che – ovviamente – sarebbe arrivata ad orari sempre diversi. Negli anni poi il format è leggermente cambiato, consentendo di pubblicare anche un breve video della foto del tipo “behind the scenes”, o addirittura dai tre ai cinque scatti se si fosse postato il primo in tempo.
Nonostante l’app si distanziasse moltissimo da tutto quello che si conosceva fino a quel momento, – anzi, forse proprio per questo – BeReal nel giro di soli tre anni divenne uno dei social maggiormente usati dai giovani di tutto il mondo, arrivando a contare 5 milioni di download.

(alcuni screen per dare l’idea di cosa sia effettivamente BeReal)

La concorrenza

È indubbiamente stato Instagram il social più in pericolo dopo l’arrivo di BeReal sui nostri schermi. Le due app rappresentano, di fatto, gli antipodi l’una dell’altra.

Instagram ci vuole sempre connessi, sempre pronti a lanciare uno sguardo al telefono per vedere chi ci abbia messo like, chi ci abbia inviato un dm, chi abbia guardato la nostra ultima storia… E, negli anni, non sono poche le volte che Instagram è stato contestato e criticato per l’idea malsana di realtà che spesso ci propina. Come dimenticare poi gli innumerevoli filtri proposti dal social, alcuni divertenti, altri forse più problematici. Uno studio ha rivelato che la presenza di filtri in grado di cambiare completamente l’estetica ha creato vari complessi ai giovani utenti, che sempre più spesso decidono di rivolgersi alla chirurgia estetica per avere i connotati con cui sono ormai abituati a guardarsi nello schermo.

BeReal, invece, non poteva fregarsene più di così. Persino i continui bug dell’app sembravano essere d’accordo con l’idea di volerci insegnare a farci un po’ i fatti nostri.

David Aliagas

Fondamentale durante i due anni di massima popolarità dell’app è stato l’avvento del giovane spagnolo David Aliagas. Il venticinquenne si è occupato principalmente delle strategie di espansione per lanciare e rendere virale l’applicazione in ogni mercato di destinazione. E – come testimonia il suo profilo LinkedIn – ci è riuscito alla grande, portando BeReal da una base di utenti quasi inesistente alla posizione Top 1 degli app store di Paesi come Spagna, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Australia e Nuova Zelanda in meno di un mese.

Per il successo di David è stato fondamentale soprattutto il sapiente uso che il giovane ha saputo fare degli altri social (paradossalmente, specialmente di Instagram!). Creando la sensazione di una comunità altamente coinvolta con più di 2 milioni di seguaci in meno di due anni, ha indubbiamente dato prova delle proprie abilità.

Ma dopo quattro anni di lavoro a tempo pieno, BeReal è stato venduto, e con esso anche Aliagas ha smesso di far parte del team di Growth & Community di cui era il manager. Personalmente, annovero anche la sua assenza tra le cause della sempre più rapida estinzione del social.

Cosa non ha funzionato?

BeReal era l’app perfetta, nel momento perfetto.
Eppure non è bastato. Che non siamo poi così stufi di essere cronicamente online e al limite della perfezione?
Già da subito molti hanno contestato l’effettiva durabilità di BeReal, definendolo più che altro un “fenomeno”. E, per quanto spiaccia, non è stato effettivamente molto di più. Nel giro di circa un paio d’anni dal suo momento di massima gloria, gli utenti hanno iniziato a calare sempre di più, riducendosi ormai a un piccolo pugno di pochi fedeli seguaci.

Purtroppo, molti utenti hanno inizialmente scaricato l’app per una foga iniziale nei confronti della “nuova cosa cool del momento”, mancando però in pieno il punto della situazione: pubblicare con un ritardo di ore per aspettare di star facendo qualcosa di interessante, coprirsi il volto o addirittura non inquadrarsi proprio non erano di certo i presupposti di un social basato sulla naturalezza.

Indubbiamente, i sopracitati bug non hanno aiutato. L’idea era buona, ma la pratica non era stata altrettanto ben pensata: un’app che fa dell’unica sua notifica il proprio punto focale non può permettersi di non far arrivare suddetta notifica in tempo a tutti gli utenti. E, a lungo andare, questo ha iniziato a infastidire chi usava il social. Per non parlare delle innumerevoli problematiche riscontrabili anche una volta aperta l’app: descrizioni che spariscono, scatti che si pubblicano due volte, foto che si cancellano facendo perdere lo streak, ecc.

Ma soprattutto, un social che tenta di andare contro alla cultura social pur facendone parte si è forse dimostrato, nel tempo, un po’ incoerente.

Insomma, se ad oggi c’è qualcuno che ha deciso di continuare a usare BeReal, probabilmente si tratta di persone con una gran pazienza (e io sono l’eccezione che conferma la regola).

BeReal ora

Ad oggi, BeReal è un social di cui molti hanno solo sentito parlare. I suoi utenti sono ormai quasi tutti inattivi e per la stragrande maggioranza persone che semplicemente non hanno mai eliminato. L’app, insomma, vive di rendita, e non di certo dei download degli ultimi cinque mesi.

Se sei una delle poche persone che usa ancora assiduamente questo social, probabilmente avrai notato che la tua community è ormai formata da: un amico fissato che posta puntuale ogni giorno, un paio che sporadicamente fanno un BeReal a giorni alterni e uno – forse due se sei fortunato – che una volta ogni tre mesi carica una foto e poi scompare.

Come abbiamo visto, l’Italia non è mai stata tra i Paesi in cui l’applicazione ha raggiunto il maggiore successo, ma ultimamente sembra che per noi italiani non sia mai neanche esistita.

Si è ormai andato a perdere completamente il significato iniziale dell’app – di cui non è improbabile nasceranno copioni in futuro – ma che, per il momento, è certamente destinata a essere dimenticata.

Foto di copertina: Chatgpt

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1 Commento

  • Pubblicato il 21 Maggio 2025 22:13 0Likes
    Tommy

    Bella e brava. Alessandra complimenti

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