Maremma: la tradizione dei butteri

Tra Toscana e Lazio, ancora oggi vive la tradizione antichissima dei butteri. Conosciuti anche come “cowboy italiani” o “cavalcanti”, sono dei pastori a cavallo tipici della zona della Maremma.

Il nome e le origini

Sull’origine del termine “Buttero” ci sono varie interpretazioni. Alcuni sostengono che la parola provenga dal latino “boum-ductor“, “conduttore di buoi”, altri invece ritengono che derivi dal greco “Bùteros“. Infatti, “bus” significa bue mentre il “toròs” è il pungolo caratteristico usato per condurre il bestiame. Si ritiene che questa figura abbia un’ origine molto antica che risale al tempo degli Etruschi. In passato, dopo il padrone, i butteri erano gli unici ad avere diritto alla cavalcatura. Muniti di pantaloni di fustagno e del cappello alla maremmana, passavano le giornate nell’area boschiva a prendersi cura delle mandrie brade di cavalli e vacche. Facevano due pasti al giorno e nella loro dieta era previsto anche il tipico piatto maremmano dell’acquacotta. Dalla seconda metà dell’ottocento, a causa della scomparsa dei latifondi toscani, il ruolo del buttero poco a poco, ha perso popolarità.

Buffalo Bill vs Butteri

Nonostante ciò, questi pastori hanno sempre tenuto alto l’onore della loro cultura, soprattutto contro Buffalo Bill. Il militare statunitense, era solito girare il mondo in tournée con il suo circo equestre “Wild West Show” e nel marzo del 1890 giunse a Roma. In questa occasione, il Duca Onorato Caetani di Sermoneta, importante proprietario di mandrie nella Maremma, convinto della bravura dei suoi butteri, lanciò il guanto di sfida a Buffalo Bill. Gli americani accettarono di battersi nella doma di puledri e bufali, per un premio di 500 lire. Alla fine della sfida, la vittoria venne attribuita ai butteri, grazie ad Augusto Imperiali, che riuscì a cavalcare un ribelle cavallo americano. Oltre a testimoniare la bravura dei cowboy italiani, questa vicenda ha ispirato anche il film “Testa o Croce“, presentato quest’anno tra le proposte italiane a Cannes.

Come tenere in vita una tradizione millenaria?

Anche se oggi il ruolo del buttero non è più popolare come una volta, vi sono persone che mantengono viva questa tradizione passandola di generazione in generazione. Con il passare del tempo questo ruolo tradizionalmente maschile si è aperto anche alle donne. Oltre al lavoro nelle aziende agricole, i butteri si esibiscono in spettacoli equestri soprattutto nel periodo estivo. Tra i più famosi vi sono la “Merca” di Tarquinia e “Il Rodeo della Rosa” di Alberese. La prima, si svolge ogni anno nella località della “Roccaccia” e consiste nella marcatura delle mandrie brade che vivono nelle tenute dell’Università Agraria. Oltre alle usanze dei “cavalcanti”, in questa occasione si assiste a gare equestri e prove di abilità a cavallo. Invece nel “Rodeo della Rosa”, che si svolge il 15 agosto, i butteri vengono divisi in due squadre e ognuno di loro porta sulla spalla una rosa che l’avversario cercherà di prendere.

immagine in evidenza da: Wikipedia commons

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