Da giovedì 8 a domenica 11 maggio 2025, Milano ha accolto la ventottesima edizione della Mostra Mercato “Orticola“, l’attesissimo appuntamento annuale per tutti gli amanti di botanica: come da tradizione, l’iniziativa ha avuto luogo presso i Giardini pubblici Indro Montanelli di Porta Venezia con ben 150 espositori. Ogni provento è stato devoluto al verde della città.
Un ritrovo comunitario
La Mostra Mercato “Orticola“ venne istituita ufficialmente nel 1996, anno in cui un comitato interno alla Società Orticola di Lombardia scelse di organizzare, sotto il patrocinio del Comune di Milano, un evento che consentisse alla cittadinanza di conoscere la produzione floro-vivaistica d’eccellenza e di raccogliere fondi per gli spazi verdi pubblici. Ebbe così origine un vero e proprio spazio di incontro per la collettività.

Il ricco patrimonio di Orticola di Lombardia
Le radici di Orticola, tuttavia, vanno ricercate a metà Ottocento, quando il patrimonio di sapienza ortense e di memoria del vivaismo storico lombardo cominciò a essere tramandato per mezzo di un archivio specializzato.
Nel 1854, il Conte Francesco Pertusati fondò con alcuni giovani milanesi la rivista botanica “I Giardini” per lo scambio amichevole di nozioni su fiori e piante insoliti. Ben presto, però, il giornale divenne organo ufficiale della Società Orticola di Lombardia, fondata il 16 dicembre 1865 da Egidio Gavazzi su modello della Société d’Horticulture de France. La volontà di difendere il territorio naturale e di preservare la cultura del bello, perseguendo così il noto binomio greco καλὸς καὶ ἀγαθός (“bello e buono”), fu accolta con favore da Milano e diede gradualmente vita ad attività socioculturali periodiche quali convegni, conferenze e viaggi. Oggi, dopo 160 anni, Orticola rimane tra le prime istituzioni italiane ad aver promosso la conoscenza delle piante, dell’arte dei giardini e del paesaggio vegetale spontaneo.
Alla metà dell’Ottocento, i giovani milanesi si riunivano nel giardino d’Arcadia intorno ad Antofilo, “l’amante dei fiori” conte Francesco Pertusati. Obiettivo di quei “verdi” d’antan era promuovere l’orticoltura, lo studio della botanica e l’arte del paesaggio. Nel 1854, lo stesso anno dell’invenzione del motore a scoppio e dell’apertura dei porti giapponesi all’Occidente, in un clima risorgimentale e già cosmopolita, vedeva la luce il primo numero de “I Giardini”, periodico illustrato da superbe incisioni di fiori e frutti. Pochi anni dopo, fatta l’Unità d’Italia, il 16 dicembre 1865 si costituiva la Società Orticola di Lombardia. Da allora i soci non hanno mai smesso di dare la caccia ai fiori più belli, nei parchi e nelle serre di tutto il mondo, come nei cortili e nei piccoli orti cittadini. All’inizio del nuovo millennio, l’Orticola si racconta e, nel motto orticolo Terrestria sidera flores, ricompone attraverso le pagine sui giardini più amati e i ricordi dei personaggi che li hanno resi così vivi tante vicende della storia milanese e lombarda. Se i fiori sono le stelle terrestri, l’Orticola e Milano stanno al centro di quel firmamento.
Dal libro “Terrestria Sidera Flores: storia di Orticola di Lombardia” (Autori vari).

Bio, bio, bio: in giardino c’è vita!
Il tema (Bio, bio, bio: in giardino c’è vita!) scelto per l’edizione di Orticola appena terminata ha ribadito sì un profondo amore per il verde, ma al contempo il desiderio di garantire condizioni di vita salutari alle creature che vi abitano. Bio, bio, bio (dal greco antico βίος, “vita”), ripetuto per tre volte, ha voluto segnalare le tre parole chiave della manifestazione: biodiversità, coltivazioni biologiche e bioenergia. La vita brulica dovunque cresca una pianta sana: ecco che, allora, insetti, uccelli, funghi, microrganismi e piante si confermano i protagonisti di un giardinaggio sostenibile e consapevole, capace di ridurre l’impiego di sostanze chimiche e favorire l’equilibrio del microbioma ambientale. Insomma, un invito alla collaborazione interspecifica e senza sprechi per il benessere comune.
Per troppo tempo siamo andati nella direzione della semplificazione, ma oggi è necessario incoraggiare la biodiversità, anche su un vaso in balcone. Trovare un equilibrio con l’ambiente si deve e si può. È il momento di enfatizzare il valore della vita guardando al giardino e al terrazzo come luoghi dove relazionarci con la Natura in tutte le sue forme, non solo su una base estetica.
L’architetto Filippo Pizzoni, storico del giardino e vicepresidente dell’associazione Orticola di Lombardia
In accordo con le parole di Filippo Pizzoni, la locandina scelta per Orticola 2025 illustra un terriccio organico profumato di bosco, dal quale fanno capolino un germoglio di pisello e un lombrico.

La settima edizione di FuoriOrticola
Il legame tra giardino, cultura e arte è centrale anche per la settima edizione di FuoriOrticola, manifestazione diffusa ideata da Orticola di Lombardia che, per la prima volta, sta coinvolgendo dal 29 aprile ben 36 siti culturali, tra cui tutti i musei civici milanesi e altre istituzioni, pubbliche e private (dal Museo Poldi Pezzoli a Palazzo Morando, da Fondazione Rovati alla Pinacoteca Ambrosiana). Coinvolte sono anche ville e giardini del Lago Maggiore, del Lario e del Piemonte. Il tutto si concluderà domenica 18 maggio.
L’arte dei fiori secondo Gianluca Brivio Sforza
FuoriOrticola si fonda sull’importante ruolo che nella società moderna l’arte ricopre: essa, grazie al proprio linguaggio universale, può rivelarsi un ottimo medium di promozione culturale e ambientale. Il rapporto tra arte e natura è sempre stato cuore dell’evoluzione della cultura umana e la celebrazione del mondo vegetale come nostro luogo di origine e d’ispirazione fin dall’antichità diviene in primis un atto d’amore e di riconoscimento. Afferma Filippo Pizzoni: non bisogna temere di accostare Hayez o Brueghel ai fiori recisi, entrambi possono dialogare tra loro. Inoltre, trovare connessioni e accostamenti tra discipline diverse, quali la pittura e la botanica, regala interpretazioni innovative di un’opera.
La natura e la storia dell’arte raccontate da Francesca Tasso
Interessante è stato l’intervento della direttrice dei Musei del Castello Sforzesco (tra i partecipanti di Orticola 2025), Francesca Tasso. Le sue parole hanno illustrato, mediante esempi di opere esposte nel Castello, come nei secoli le molte forme artistiche abbiano dato corpo e voce alla natura.
I giardini, i fiori e la natura hanno un ruolo importante già dall’arte greco-romana. […] Nature morte si trovano nell’arte fiamminga o nella nota “Canestra di frutta” di Caravaggio alla Pinacoteca Ambrosiana. Le piante sono presenti anche negli affreschi. Al Castello Sforzesco suggerisco di visitare la Sala delle Asse di Leonardo, affrescata con 16 alberi di gelso i cui rami si intrecciano nella volta. È uno dei primi esempi di pittura rinascimentale che riproduce un giardino senza la presenza umana e ha un effetto trompe-l’œil, che dà l’illusione di essere all’esterno. […] Piante e natura sono presenti anche nella scultura e in oggetti d’arte materiali meno convenzionali. Soprattutto nel Settecento sono state realizzate porcellane e maioliche decorate con animaletti, insetti, fiori e frutti con una qualità pittorica stupefacente. […] Abbiamo anche gli arazzi Trivulzio del Cinquecento, un ciclo che rappresenta i dodici mesi in campagna, in Sala della Balla. […] Altri materiali usati nella produzione artistica sono la ceramica: notevole il vasellame da tavola, a forma di vegetale, creato nel Cinquecento e Seicento. O il ferro battuto, soprattutto in epoca Liberty, con decori floreali. […] La sfida è usare la materia inanimata per rendere un effetto di naturalismo nelle riproduzioni. Penso all’enorme vaso con un fiore, in vetro, dell’artista Dale Chihuly, al Castello. Un’opera contemporanea che ha la capacità di trasformare la materia fredda e inerte in qualcosa di morbido, caldo e naturale.
Francesca Tasso
L’iniziativa “Vetrine fiorite”
“Vetrine fiorite” è stata una mostra diffusa basata sul tema di Orticola 2025 e che ha visto le creazioni di 26 floral designers professionisti, ospitate da 46 negozi milanesi. Ha spiegato Gianluca Brivio Sforza, presidente di Orticola di Lombardia: la nostra idea è un tour culturale-botanico che coinvolga musei, gallerie d’arte, orti botanici, giardini storici, vetrine e floral designers. In ogni vetrina, un designer floreale interpreterà l’opera d’arte di un museo e il pubblico potrà votare la migliore sia sul nostro sito sia su Instagram. L’elenco dei vincitori è consultabile qui.
L’educazione alla biodiversità
Orticola è un pilastro dell’educazione civica che il Comune di Milano offre ogni anno ai propri cittadini. Attraverso la bellezza di centinaia di specie vegetali da ogni parte del mondo, i visitatori vengono guidati in un percorso di profonda comprensione degli ecosistemi naturali. Un’esperienza che non stanca mai, da riprovare anche nel 2026!
Immagine in evidenza: Fuorisalone.it