Martedì 8 maggio alle ore 18:09, è arrivata, finalmente, la fumata bianca. È successo dopo un solo giorno dall’inizio del Conclave. Il nuovo pontefice è Robert Francis Prevost, americano esperto di diritto canonico.
La storia delle fumate del Conclave
Fino al 1978, oltre alla celebre fumata bianca e alla fumata nera, esisteva anche una terza tipologia: la fumata gialla. Poco conosciuta, non aveva alcun valore simbolico riguardo all’esito del Conclave. Il suo scopo era puramente tecnico: serviva come prova per verificare il corretto funzionamento della stufa utilizzata per bruciare le schede. Questo test si svolgeva prima dell’inizio effettivo delle votazioni. L’usanza è stata abbandonata con l’elezione di Benedetto XVI, nel 2005, grazie all’introduzione di un sistema elettronico di controllo più moderno ed efficiente.
Le origini delle fumate
Nonostante l’antichità della tradizione del Conclave, l’uso del fumo per comunicare l’esito delle votazioni è relativamente recente. Le prime testimonianze risalgono all’Ottocento. In origine, la folla radunata in piazza San Pietro interpretava il colore del fumo prodotto dalla bruciatura delle schede: un fumo scuro indicava che non era stato raggiunto un accordo tra i cardinali, mentre l’assenza di fumo poteva essere interpretata come segnale di un’elezione.
La prima vera e propria fumata bianca risale al Conclave del 1914. Per ottenere un colore chiaro si bruciava della paglia secca insieme alle schede. Se invece si voleva ottenere una fumata scura, si utilizzava paglia umida, in grado di produrre un fumo denso e scuro.

La chiarezza del sistema attuale
Con l’elezione di Benedetto XVI nel 2005 è stato introdotto un nuovo sistema chimico per rendere inequivocabile il segnale visivo. Oggi, la fumata nera è ottenuta da una miscela di perclorato di potassio, antracene e zolfo, mentre quella bianca deriva da una combinazione di clorato di potassio, lattosio e colofonia (nota anche come pece greca).
Inoltre, è stato adottato un sistema a doppia stufa: una, attiva dal 1939, continua a bruciare le schede; l’altra, introdotta nel 2005, è dedicata alla produzione del fumo colorato. Entrambe sono collegate alla stessa canna fumaria che culmina sul tetto della Cappella Sistina, da cui si alza il celebre segnale visibile da tutto il mondo.
Le innovazioni recenti
Per garantire la massima visibilità anche in condizioni di scarsa luce o maltempo, è stato installato un potente faretto puntato verso il comignolo. Ma il segnale definitivo arriva dalle campane della Basilica di San Pietro: il loro suono solenne e festoso annuncia con certezza l’elezione del nuovo Papa, eliminando ogni possibile ambiguità.
3 cose che, forse, non sapevi sul Conclave
È da tempo che vengono spiegate le modalità e gli step del Conclave ma ci sono delle curiosità che, forse, non sapete. Eccone 3:
- Il Papa sceglie il proprio nome. Nessuno glielo può imporre perché costituisce un atto simbolico. Il nome può essere un omaggio ad un santo, un predecessore oppure un vero e proprio messaggio spirituale. Infatti, molte volte, il nome è un mezzo per mandare un messaggio specifico e mostrare la propria identità. Questa scelta è una tradizione che risale al X secolo.
- I vestiti del Papa vengono preparati prima della sua effettiva elezione, infatti quelle del successore di Papa Francesco sono state preparate prima dell’inizio del Conclave. Vengono preparate 3 vesti papali di taglie diverse: S, M e L. Il nuovo Papa potrà poi scegliere se utilizzare questi vestiti o farne realizzare di nuovi.
- Se un cardinale non mantiene il segreto sulla elezione va incontro alla scomunica latae sententiae. Il che significa che viene scomunicato direttamente, senza passare per un tribunale ecclesiastico. Questo succede anche se si viola la segretezza dopo l’ufficialità della notizia. Il segreto del Conclave è fondamentale: solo in questo modo si può creare un ambiente elettivo libero e imparziale.

Quella volta in cui il conclave durò 3 anni
In molti si sono domandati quanto durerà il Conclave, la risposta è che non si sa. Pensate che addirittura, una volta, è durato 3 anni. Precisamente furono 1.006 giorno ed è stato il Conclave più lungo della storia. È successo al Palazzo dei Papi di Viterbo nel 1268 che vide 19 cardinali in forte disaccordo nella scelta del successore di Papa Clemente IV. Il 1° settembre 1271 venne scelto Papa Gregorio X. In quell’occasione i cardinali furono chiusi dentro e privati di cibo per spronarli a prendere una decisione.
Conseguentemente a questo episodio Papa Gregorio X decise di imporre delle norme che avrebbero permesso di arrivare alla scelta del Papa in maniera molto più rapida. Alcune sono in vigore ancora oggi. Tra le norme, ci furono anche delle regole riguardanti l’alimentazione. Essa iniziò ad essere un’arma utilizzata per fare pressione ai cardinali ed accorciare i tempi. Dopo 3 giorni di scrutinio senza risultato, doveva essere servito ai cardinali solo un pasto al giorno. Dopo 5, solo solo pane, acqua e vino.
Ad oggi, ovviamente, le regole alimentari sono meno rigide. Quest’anno sono stati serviti 3 piatti al giorno. La dieta prevedeva una cucina nutriente, con tanti ingredienti presi dall’orto vaticano, e ispirata alla tradizione italiana, proprio come piaceva a Papa Francesco.
Immagine in evidenza: Il Post