Il trentaquattresimo turno di Serie A non è ancora concluso, ma il risultato che conta di più è arrivato: il Napoli batte il Torino e, approfittando della sconfitta dell’Inter contro la Roma, si prende momentaneamente il primo posto in classifica.
Ora lo scudetto è tutto nelle mani degli azzurri: a quattro giornate dalla fine, il sogno del quarto titolo nazionale si fa sempre più concreto.
A separare la squadra di Antonio Conte dalla vittoria ci sono Lecce, Genoa, Parma e Cagliari: quattro partite per coronare una stagione che, forse più di tutte negli ultimi anni, nessuno avrebbe pronosticato così trionfale a inizio campionato.
La notte del sorpasso: Torino piegato
Ieri sera, alle 20:45, allo stadio Maradona di Napoli è andata in scena Napoli-Torino, una partita cruciale per le ambizioni scudetto degli azzurri. Con l’Inter che perdeva contro la Roma, il Napoli doveva vincere per agganciare il primo posto e sfruttare l’occasione.
Ci vogliono solo 7 minuti per passare in vantaggio: il solito Scott McTominay firma il suo decimo gol in Serie A, con una rete che è ormai una consuetudine. Capitan Di Lorenzo serve un filtrante perfetto per Anguissa, che poi mette palla in mezzo all’area: McTominay, come sempre, si fa trovare al posto giusto al momento giusto e trafigge Milinkovic–Savic. È 1-0 Napoli.
Poco dopo, il Torino reagisce su calcio d’angolo con Adams, ma il suo tiro, solo davanti a Meret, finisce alto sopra la traversa. Gli azzurri tremano, ma non si scompongono. Il primo tempo si chiude senza altre grandi emozioni, almeno fino al minuto 42, quando Politano serve ancora una volta McTominay, che anticipa Casadei e sigla il 2-0 con una rete praticamente identica alla prima. Due gol fotocopia che mandano il Napoli al riposo con un comodo vantaggio.
Il secondo tempo è il previsto consolidamento del risultato: poche emozioni e partita sotto controllo. Tuttavia, arrivano anche due note dolenti in casa Napoli: Buongiorno, appena rientrato da un infortunio, chiede il cambio, e anche Anguissa si ferma, chiedendo di essere sostituito. Due pedine fondamentali per Antonio Conte, che spera di non dover fare a meno di loro nelle ultime quattro partite cruciali.
La scelta vincente: come Conte ha cambiato il Napoli
Manca poco, ma ora il Napoli, e soprattutto la città di Napoli, ci credono davvero. Hanno abbandonato ogni forma di scaramanzia e sono a soli quattro passi dal concludere un percorso che è iniziato la scorsa estate.
In quel periodo, il presidente De Laurentiis, insieme al Ds Manna, ha preso la decisione chiave per questa stagione: affidare la panchina ad Antonio Conte. Una scelta che, a prescindere dai giocatori forti che compongono la rosa, ha fatto capire che il Napoli avrebbe puntato al titolo. La storia di Conte come allenatore insegna: ovunque vada, vince.
Conte non è certo un allenatore che fa battere il cuore ai tifosi con il suo carisma, ma in una società di calcio dove l’unico obiettivo è vincere, la simpatia passa in secondo piano. Quest’anno, più che mai, Conte ha dimostrato la sua capacità di gestire la pressione mediatica, incanalandola su di sé per proteggere i suoi giocatori. Le sue dichiarazioni della scorsa settimana, in cui affermava “in otto mesi a Napoli ho capito che tante cose qui non si possono fare”, hanno suscitato polemiche, ma sono state anche un perfetto esempio della sua arte comunicativa. Conte è riuscito a distogliere l’attenzione dalle prestazioni deludenti, come quella contro il Monza, e a far parlare solo della “situazione Conte”.
Dopo gli scossoni del mercato, con le cessioni di Osimhen e Kvaratskhelia, in pochi avrebbero scommesso su un Napoli così cinico. La squadra, che prima era conosciuta per il suo gioco offensivo e spettacolare, si è trasformata sotto la guida di Conte in una squadra “risultatista”. E non è un difetto, anzi: è una qualità che, alla fine, il Napoli apprezzerà.
Quattro passi verso il sogno
Lo scudetto ora è nelle mani del Napoli. A quattro giornate dalla fine del campionato, gli azzurri si trovano a +3 sull’Inter, una squadra che sembra in difficoltà, con un calendario più difficile e una condizione psicologica che potrebbe influire nei prossimi match. Per il Napoli, il cammino verso il titolo si compone di due trasferte (Lecce e Parma) e due partite al Maradona (Genoa e Cagliari).
Sebbene queste partite non siano le più complicate sulla carta, ogni incontro è decisivo. Lecce, Parma e Cagliari sono ancora coinvolte nella lotta per la salvezza e, sebbene siano quasi fuori dalla zona retrocessione, ogni punto è vitale per loro. Questo renderà le sfide ancora più intense, poiché le squadre avversarie daranno tutto per evitare la discesa in Serie B.
Il Napoli dovrà affrontare un clima di forte pressione in queste partite, soprattutto sabato 3 maggio al Via del Mare contro il Lecce. La sfida contro una squadra che, con una sconfitta, rischierebbe di scivolare in zona retrocessione, avrà un’atmosfera bollente. Lo stadio, purtroppo, sarà ulteriormente carico di emozioni per la recente e tragica morte prematura del fisioterapista Graziano Fiorita, che ha scosso profondamente l’ambiente giallorosso e non solo, con contestazioni da parte della società salentina.
Nonostante il clima teso e la contestazione contro la società, i tifosi salentini saranno accanto alla squadra con un sostegno che infiammerà l’intero stadio. Sarà fondamentale per il Napoli mantenere la calma e non farsi travolgere dalla carica emotiva che caratterizzerà la partita.
Le partite in casa
A seguire, ci saranno due sfide al Maradona contro Genoa e Cagliari, con il Genoa che, pur non avendo più nulla da chiedere al campionato, può rivelarsi comunque insidioso. Il fattore casa sarà però un grande vantaggio per il Napoli, che dovrà sfruttare l’entusiasmo del proprio pubblico per chiudere il discorso scudetto.
La chiave di queste ultime partite sarà mantenere alta la concentrazione, evitare i passi falsi e gestire con serenità la pressione che inevitabilmente crescerà. Se il Napoli dovesse uscire indenne da queste quattro sfide, il sogno del quarto scudetto sarebbe finalmente realtà. Ma la strada è ancora lunga e ogni errore potrebbe compromettere una stagione da sogno. Gli azzurri devono affrontare le ultime giornate con la stessa determinazione e forza che hanno dimostrato finora, consapevoli che lo scudetto è davvero è nelle sue mani, ma che ogni partita potrebbe essere decisiva.
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