Achille: il tallone e la maschera, tra mito e teatro

Celebre per la sua ira ma anche per la sua umanità, il più valoroso fra gli Achei, presente anche in una delle produzioni del CUT per la stagione 24/25. Ma quindi, chi è davvero Achille e come viene trattato all’interno della nostra produzione teatrale? Sono Gabriella Silvestri e benvenuti a “Voce al CUT”, cuore pulsante del teatro universitario!

«Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi.
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (cosi di Giove
l’alto consiglio s’adempia) da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
(Omero. “Iliade”. 1-7. trad. di Vincenzo Monti)

È così che Omero ci presenta l’eroe leggendario, il semidio dal “piè veloce” o “divino” per eccellenza. Il più valoroso fra gli Achei, consapevole del suo destino. Colui che ha vendicato l’amico (o amato, secondo altre letture) Patroclo, uccidendo brutalmente Ettore. Celebre per la sua ira, ma anche per la sua umanità, che lo rende uno dei personaggi più complessi dell’epopea omerica.

Achille è presente anche in “Iliade 1.0“, una delle produzioni teatrali che il CUT sta preparando per questa stagione. Per la regia di Lara Franceschetti, “Iliade 1.0” spinge però gli spettatori a focalizzare maggiormente lo sguardo sulle figure femminili, più che su quelle maschili.

Ma quindi, chi è davvero Achille e come viene trattato all’interno della nostra produzione teatrale? Sono Gabriella Silvestri, faccio parte del Centro Universitario Teatrale IULM da un anno e sono felice per questa settimana di darvi il benvenuto a “Voce al CUT”!

Il tallone – Il mito

La nereide Teti ed il re dei Mirmidoni di Ftia, Peleo, diedero vita ad Achille. Teti era contesa fra Zeus e Poseidone, ma fu la profezia di Prometeo (in altre letture, Temi) a mettere fine a ciò. Profetizzò che la ninfa avrebbe generato un figlio più potente del padre, così le due divinità si fecero da parte, lasciando spazio ad un mortale, Peleo. Nel poema incompleto Achilleide, di Publio Papinio Stazio, si narra dell’invulnerabilità del guerriero, dovuta all’immersione nel fiume Stige, eseguita dalla madre che lo teneva per un tallone. Esistono diverse versioni sulla nascita e l’invulnerabilità di Achille, come nelle Argonautiche di Apollonio Rodio.

Nella guerra di Troia, uno dei momenti più importanti in cui troviamo Achille è il “rapimento” della sua schiava, Briseide, per mano di Agamennone. Tutto iniziò dalla cattura di Criseide, figlia di Crise, sacerdote di Apollo. Crise cercò di riscattare la figlia per poi essere scacciato da Agamennone. Fu Calcante, profeta, a convincere Agamennone a restituire la ragazza per placare l’ira di Apollo.

Agamennone acconsentì, ma si prese Briseide per sé. Achille, adirato, volle fare ritorno a Ftia, ma poi restò all’accampamento, decidendo di non combattere più per Agamennone. I troiani cominciarono a prendere il sopravvento, e fu Patroclo a convincere Achille a far tornare i Mirmidoni in battaglia e a farsi prestare le sue armi. Achille acconsentì, a patto che Patroclo non si fosse avvicinato alle mura. Però, Patroclo tentò più volte di avvicinarsi e venne ucciso da Ettore. Achille, ricevuta la notizia e dopo aver ricevuto un nuova armatura dalla madre, corse in battaglia per vendicarlo. Uccise brutalmente Ettore, attaccandolo al suo carro e trascinandolo come se fosse un trofeo. Nonostante ciò, successivamente, Achille restituì il corpo di Ettore al padre Priamo. Achille morirà per mano di Paride, con una freccia nel tallone, anche se esistono diverse versioni anche sulla sua morte.

La maschera – Il teatro

Per quanto Achille sia uno dei protagonisti indiscussi del poema omerico, nella produzione teatrale del CUT si lascia molto più spazio alle diverse figure femminili presenti nell’epopea. I personaggi maschili tendono a prendere un ruolo da “collante” o “filo conduttore” per narrare “involontariamente” le condizioni delle donne in scena, vittime di quella sanguinosa guerra.

Achille (interpretato da Luca Stradella) viene presentato in scena assieme ad Agamennone durante la narrazione del rapimento di Criseide. Come nel poema omerico, Achille si rifiuta di combattere dopo che Agamennone gli ha tolto Briseide. Successivamente, Ulisse va a cercarlo per convincerlo a tornare in battaglia, ma Achille rifiuta, ancora adirato nei confronti di Agamennone. Patroclo, dopo essere stato tentato da Eris e convinto da Nestore, prega Achille di tornare in battaglia ma, davanti all’ennesimo rifiuto, decide di chiedergli le sue armi per spaventare e far indietreggiare i Troiani. Achille acconsente, rammentandogli di non combattere. Però, sappiamo bene ciò che succede realmente. Alla morte di Patroclo, Achille riceve una nuova armatura dalla madre e si fionda in battaglia per vendicarlo.

Nonostante il focus principale della produzione siano le figure femminili dell’Iliade, non manca l’accuratezza ai fatti per quanto riguarda i personaggi maschili che, come scritto in precedenza, assumono un ruolo da collante. Accompagnando, con le loro gesta e le loro decisioni, la narrazione femminile degli eventi. Lo spettatore è quindi portato a vedere la guerra di Troia sotto un altro punto di vista, ovvero quello delle vittime silenziose, le donne.

Per questa settimana è tutto, “Voce al CUT” vi aspetta domenica prossima!

-Gabriella Silvestri

Editor: Viola Pulvirenti

Per più articoli da questa rubrica: Voce al CUT – Dietro le quinte del teatro in IULM – Radio IULM

Immagine in evidenza: Paolo Antonio Costa

Lascia un commento