Il teatro, inteso come forma d’arte e mezzo espressivo, è da sempre in continua evoluzione, capace di adattarsi alle tendenze culturali, storiche e sociali di ogni epoca. Tuttavia, esistono elementi che, nonostante i cambiamenti, rimangono costanti. Per approfondire questi aspetti abbiamo intervistato Luca Mauceri, attore teatrale e compositore di lunga esperienza, e alcuni giovani studenti di recitazione teatrale e musical: Silvia Bartoli, Giuliana Cafagna, Carlotta Cilento e Nicolò Vascotto.
L’arte del teatro: storie di passione e scoperta
Ciò che unisce ciascuno di loro è la passione per quest’arte che, pur avendo radici in contesti differenti, riesce a creare un legame profondo che li collega.
L’attore Luca Mauceri racconta che fin da piccolo ha sentito un’inclinazione verso il mondo del teatro, ma è stato grazie a un corso scolastico che ha acquisito piena consapevolezza della sua vocazione. Una prima esperienza di teatro amatoriale gli ha permesso di capire che raccontare storie era tutto quello che voleva fare.
Come l’artista, anche Carlotta si è approcciata al teatro fin da bambina grazie a un corso scolastico. Durante gli anni delle elementari è nata anche la passione per la performance di Silvia e Giuliana, mentre Nicolò ha scoperto il teatro durante gli anni del liceo, dopo il periodo del Covid; lo descrive come un luogo sicuro dove riesce ad esprimersi:
Per me è stato una scoperta per esprimere le mie tante personalità; interpreto i personaggi che sono all’interno di me, che non ho mai avuto occasione di approfondire.
Nicolò Vascotto
Com’è cambiato il teatro negli anni?
Dal momento in cui Luca Mauceri ha iniziato a mettersi in gioco nel teatro fino ad oggi sono passati diversi anni, anni che non solo hanno alimentato la sua passione, ma che gli hanno anche permesso di acquisire una visione più approfondita dell’ambiente e dei cambiamenti che esso ha attraversato.
L’attore spiega come, all’inizio della sua carriera, fosse di tendenza il Terzo Teatro di Eugenio Barba, un movimento in cui il linguaggio predominante era la danza. In questa forma teatrale, il corpo diventava il vero protagonista, concepito come strumento di comunicazione espressiva. Successivamente, rievoca l’emergere del teatro di narrazione, visto come un ritorno alle radici del racconto, dove il semplice atto di narrare storie si trasformava in un potente mezzo per suscitare emozioni profonde. Fu proprio in questo periodo che si affermò un teatro caratterizzato da una forte carica emotiva e da un’intensa empatia con il pubblico.
Infine, Mauceri riflette sul teatro contemporaneo esprimendo la sua preoccupazione per l’influenza sempre più forte dei linguaggi televisivo e cinematografico. Secondo l’artista, c’è il pericolo che la televisione finisca per comprimere la ricerca teatrale, minando l’autenticità e la specificità del suo linguaggio.
Il teatro come arricchimento e insegnamento
Ogni cosa ruota intorno al teatro, senza di esso non sarei più io. Non riesco nemmeno a ricordare com’era la mia vita prima di iniziare a recitare.
Carlotta alla domanda “Come ti arricchisce il teatro?”
Anche Giuliana, Nicolò e Silvia condividono un profondo legame con il teatro, riconoscendo quanto esso li completi e li definisca come persone. Giuliana racconta con emozione di come la recitazione le abbia permesso di scoprire lati di sé che non conosceva, e di come il teatro le offra una connessione unica con gli altri, arricchendo la sua vita a livello personale e sociale. Nicolò, come lei, parla del modo in cui il teatro ha trasformato le sue relazioni, regalando profondità e significato ai suoi legami. Silvia, con una luce negli occhi, afferma che il teatro è il linguaggio più autentico della sua anima, e rinforza questa affermazione dicendo: “Mi dà tanta gioia“.
Luca Mauceri afferma che una delle lezioni più importanti apprese nel corso degli anni è che il teatro non rappresenta un arricchimento esclusivo per chi calca il palcoscenico, ma anche per lo spettatore. Secondo lui, l’attore non si limita a esibirsi, ma è chiamato a donare qualcosa di profondo al pubblico. La vera riuscita di una messa in scena si misura solo quando chi è seduto in platea ne esce trasformato, arricchito di domande e spunti di riflessione che continuano a vivere ben oltre la fine dello spettacolo.
Questa consapevolezza, afferma Mauceri, lo ha portato a compiere un passo fondamentale nel suo percorso: imparare a mettersi al servizio della macchina teatrale, con l’intento di emozionare lo spettatore e lasciargli qualcosa di duraturo. Esalta questa visione con le sue parole:
Un attore deve possedere e sentire dentro di sé la generosità, se vuole fare questo mestiere con amore e passione, non perché sia utile agli altri, ma perché è necessario al mondo.
Luca Mauceri
Il teatro tra ruolo di attore e di insegnante
Luca Mauceri, oltre a essere attore e compositore, insegna recitazione, prevalentemente tramite masterclass e workshop. Parlando del suo approccio all’insegnamento, spiega cosa cerca di trasmettere ai suoi allievi e come cambia il suo rapporto con il teatro quando indossa i panni dell’attore e dell’insegnante.
Spiega che inizialmente il suo obiettivo è aiutare gli allievi a prendere consapevolezza della propria voce, del corpo e dell’energia. Solo quando questa consapevolezza è stata acquisita, si passa al lavoro sull’interpretazione del personaggio. Senza prima aver canalizzato le proprie energie e imparato a usare correttamente strumenti come la voce e il corpo, si corre il rischio di affrontare un personaggio senza comprendere appieno la propria identità.
È importante non commettere l’errore di fare sempre ciò che si sa fare, senza esplorare nuovi territori che spaventano. Così, metto davanti ai miei allievi i loro limiti per fargli capire che sono capaci di superarli.
Luca Mauceri durante l’intervista con Radio IULM
Questi “limiti” di cui parla sono proprio quelli che Nicolò e Silvia hanno dovuto affrontare nel loro percorso. Entrambi riflettono sull’importanza di superare le proprie paure per crescere come attori. Nicolò, in particolare, sottolinea: “Ho capito che anche la più grande paura non mi ferma dal divertirmi a fare teatro”. Un’affermazione che evidenzia come il superamento delle difficoltà possa diventare una fonte di forza e crescita personale.
Giuliana, invece, ci spiega che per avvicinarsi al personaggio cerca di trovare dei punti in comune tra se stessa e il ruolo che deve interpretare, cercando di rendere la sua performance più autentica e personale. Al contrario, Carlotta, per immergersi a pieno nel personaggio, si distacca completamente dalla sua identità.
Riguardo la principale differenza tra il recitare e l’insegnare, Mauceri parla di libertà sul palcoscenico: come attore, può esprimersi senza restrizioni, lasciando che la creatività prenda il sopravvento. Al contrario, come insegnante, il suo ruolo è quello di guidare gli altri, aiutandoli a scoprire e liberare il loro potenziale, offrendo loro gli strumenti per esprimersi pienamente.
Io come attore sul palco mi sento di libero di fare ciò che penso sia giusto, nel rispetto degli altri. Un allievo prima deve studiare la tecnica e partire dalle basi, dopo essersi conosciuto può andare oltre alla regola.
Luca Mauceri al termine dell’intervista