Il dettaglio, Federica Russo. Parte 3/3

Quando sarà andata all’università la casa ci sembrerà vuota e ricorderemo i primi tempi in cui c’eravamo solo io e te.

Ti ringrazierò per avermi fatto cambiare idea, per averla voluta così tanto, dicendoti che mi hai donato la cosa più spettacolare della mia vita. Ci capiremo e conosceremo in modo così profondo da pensare di aver iniziato solo in quel momento ad amarci sul serio.

Inizierò a scrivere un altro libro sul divano, nei ritagli di tempo in cui tornerai sfinito dal lavoro e ti addormenterai con la testa sulla mia pancia, proprio come facevi molto prima.

Lei brillerà in tutto: nella carriera, nell’amore. Deciderà di non sposarsi ma di convivere, di avere un figlio ma non una casa e di vivere in giro per il mondo. Saremo fieri di averla cresciuta così indipendente, coraggiosa e testarda. A un certo punto arriverà, almeno in maniera ufficiale, la pensione.

Prima per te e qualche tempo dopo per me, anche se in realtà non smetteremo mai realmente di lavorare. Il telefono squillerà quasi ogni giorno perché qualcuno vorrà sempre sapere l’opinione del dottore, e io inizierò a tradurre e scrivere commenti sui classici che più mi hanno colpita.

Non ti sembrerà una bella vita quando ci ragionerai in primavera sul dondolo in giardino fra il profumo dei gelsomini? Te ne andrai prima della tua spina.

Per gli anni che ci separano avremo sempre immaginato sarebbe andata così. Io però non avrò immaginato con abbastanza accuratezza il dolore che potrà darmi non potermi più girare dalla tua parte del letto per guardarti dormire, sentire il suono della tua voce mentre mi insegni qualcosa di nuovo, del tuo tocco mentre mi sposti dal viso i capelli. Per quanto lei proverà a tirarmi su, mi spegnerò di tristezza.

C’è solo un piccolissimo, anzi minuscolo, dettaglio mancante affinché tutto ciò possa realizzarsi. Una cosa da niente, un tassello quasi insignificante in tutto il mosaico perfetto che ho costruito.

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