Stanlio & Ollio: il nuovo film di Jon S. Baird

Nessuno aveva mai fatto un film che raccontasse anche solo una parte della vita di due dei più grandi comici del secolo scorso, sicuramente il duo più grande della storia del cinema.

Questo fino a quando Jon S. Baird, regista ad esempio di Filth con protagonista James McAvoy, non ha intrapreso il progetto, con nei panni dei protagonisti due attori estremamente adatti per i ruoli.

Parliamo di Stanlio e Ollio, alias Stan Laurel e Oliver Hardy. Due figure che per decenni hanno contribuito a segnare il sorriso di generazioni, apparendo in più di cento film.

Gli interpreti

Nel film i due, tra i pochi che sopravvissero al passaggio dal muto al sonoro, sono intepretati da Steve Coogan, nei panni di Stan, e John C. Reilly, nei panni di Oliver.

Ollio, il personaggio all’apparenza prepotente e musone, ma intimamente sentimentale e dolce, è interpretato da Reilly con parole e movenze studiate nel dettaglio, che lasciano incantati per la somiglianza con Mr. Hardy.

Lo stesso per Steve Coogan, nei panni di Stanlio, tra i due quello apparentemente più stupido ma in realtà brillante e astuto. Anche nella vita, dimostrato nel film dal fatto che tra i due Laurel era quello che scriveva continuamente nuove battute e che voleva, dal produttore del tempo Hal Roach, un più che giusto aumento di stipendio e più diritti per i loro film.

La storia

Le due linee temporali su cui si regge il racconto sono divise da eventi interni ed esterni alla coppia di comici. All’inizio ci si trova nel 1937, con un lungo piano sequenza che con i protagonisti ci porta sul set del film Way out West, mentre parlano della loro vita e carriera. Già qui si nota il grande legame che li unisce.

Legame che, come mostra l’ellissi temporale di 16 anni alla quale si assiste poco dopo, nel tempo è stato messo più volte a dura prova da diffidenze, scontri, tradimenti. Il viaggio termina in Gran Bretagna, per un ultimo grande tour teatrale, ormai al termine della loro grande carriera.

Un’amicizia che ha attraversato gran parte della vita dei protagonisti, nel successo come nell’insuccesso, negli anni d’oro come negli anni della vecchiaia, nella salute come nella malattia.

Steve Coogan e John C. Reilly in una scena del film

Amicizia, coppie e make up

Un rapporto affettuoso di cui è prova Babe, il nomignolo con cui Stan chiama spesso il suo collega e amico, datogli nella realtà da un barbiere italiano mentre gli applicava del talco sulle guance (definendole come quelle di un bambino).

Un racconto commuovente, che con una buona dose di humour ci mostra il lato umano prima che artistico dei due attori, come tutti a che fare con i problemi della vita nei momenti lontani dalla scena. Ma che, nonostante tutto, non si sono mai lasciati l’un altro e hanno continuato a recitare e a far ridere, tra gag esilaranti e giochi di parole strampalati, finché è stato possibile.

Un film che agli attori affianca un reparto di make-up eccezionale che aiuta, specialmente John C. Reilly, i due ad entrare nei personaggi. Come sono efficaci anche i reparti di costumi e scenografia, in grado di trasmettere in pieno l’America di fine anni ’30, pre-seconda guerra Mondiale, e l’Inghilterra degli anni ’50.

Inoltre, questo è un film non di coppia, ma di coppie, perchè oltre ai due protagonisti porta in scena anche la coppia di mogli che hanno accompagnato i due durante le loro vite, professionali e non. Interpretate al meglio da Shirley Henderson, nei panni di Lucille Hardy, premurosa e dolce, e Nina Arianda, nei panni di Kitaeva Laurel, vigile e dall’ironia sottile.

Presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, adesso al cinema.

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