La Notte dei Ricercatori. come unire passione e ricerca

Il 27 novembre 2020 si terrà la Notte dei Ricercatori, un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea da ormai 15 anni, che ha lo scopo di aprire ai cittadini il mondo della ricerca.

Che cos’è la Notte dei Ricercatori?

Si tratta di un progetto che, tra laboratori, talk, spettacoli e webinar, vuole dimostrare l’impatto positivo della ricerca scientifica sulla società, affrontando temi di attualità che interessano tutti i cittadini, in un contesto informale e stimolante. Quest’anno il tema sarà la sostenibilità.

In occasione di questo evento Radio IULM ha intervistato Matteo Bittanti, professore all’università IULM e ricercatore nell’ambito delle nuove tecnologie.

Grazie alle sua parole ci ha permesso di capire più a fondo l’ambiente della ricerca, che lui descrive come un luogo affascinante, sempre aperto alla discussione e al cambiamento, e adatto alle persone che hanno il desiderio di cambiare davvero le cose.

Una notte dedicata alla Sostenibilità

Il tema della sostenibilità è comune a tutti noi, poiché si tratta di un problema connesso a tutti i cittadini e che, solo attraverso uno sforzo collettivo, può essere migliorato.

L’obiettivo della notte dei ricercatori, infatti, è quello di discutere assieme ai cittadini di un Futuro verde, sostenibile ed inclusivo. Bastano piccoli gesti nella nostra quotidianità per portare un cambiamento concreto.

Di questa problematica si è già sentito parlare molte volte, ma come dice il professor Bittanti, non sempre parlarne ci porta ad agire in modo diverso. Dobbiamo iniziare a distinguere ciò che è un effettivo cambiamento da ciò che è pura chiacchiera.

Diletta Pasetti

Passione e ricerca per la verità

Se dovessi riassumere questa intervista con una parola, sceglierei passione.

La passione che trasmette il professor Bittanti, la stessa che è una parte costitutiva dell’essere umano, una parte sine qua non di tutti noi: senza, siamo il nulla, un fascio di istinti e raziocinio che non porta da nessuna parte. La passione, che ha mosso i più grandi, da Picasso a Margherita Hack, è ciò che ti fa capire come l’arte e la bellezza siano ovunque.

Ed è proprio grazie alla professoressa Hack, che diceva nel nostro Paese, quando si deve tagliare, si tagliano la cultura e la ricerca, ritenute evidentemente un inutile lusso, che arriviamo al motivo per cui abbiamo disturbato il professore: la Notte Europea dei Ricercatori.

La ricerca, un appuntamento al buio con la conoscenza direbbe Will Harvey, e la figura del ricercatore sono vittime, a mio modesto parere, di una narrazione sbagliata, quella del topo di laboratorio. Dovrebbero essere, invece, raccontate per quello che sono: essenze tangibili bellissime, divertenti, uniche, fondamentali, appassionanti (neanche a dirlo, la passione torna). Essenze che ci permetterebbero, se solo volessimo, di creare un mondo sempre migliore, con un incredibile valore sociale.

Ed è questo che spero rimanga di questa intervista, la voglia appassionata di fare ricerca, nel senso più ampio del cercare una propria verità e raccontarla. Oltre che la voglia di leggere, quando uscirà, Game Over, critica alla razionalità videoludica!

Xavier Mestri

Intervista completa di Quarto Piano a Matteo Bittanti

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