Tomie, quando il femminicidio diventa un incubo

Tomie è il nome di una ragazza bellissima, ma è anche il titolo del voluminoso manga horror in cui lei è protagonista.

Scritto e disegnato da Junji Ito nel 1987, Tomie è considerato uno dei personaggi più iconici e popolari del mangaka.

Tomie

Chi è Junji Ito?

È considerato il “re dei manga horror“. Dopo essersi laureato in odontoiatra diventa dentista, senza però dimenticare la sua passione per il disegno. Infatti nel 1987 pubblica il suo fortunato esordio, Tomie, vincendo il premio Kazuo Umezu. Da lì in poi decide di intraprendere la carriera di mangaka realizzando poi diverse opere come Uzumaki e GYO.

Grazie agli studi legati alla medicina, il suo stile è rivolto principalmente alla deformazione grottesca del corpo umano per suscitare inquietudine e ansia nel lettore. Secondo Ito le malformazioni disturbano molto e hanno un impatto fortissimo sulle le persone, sia in senso estetico sia concettuale.

Tomie e il femminicidio

La storia non ha una trama lineare. Quasi tutti gli episodi sono autoconclusivi e ruotano attorno alla misteriosa figura di Tomie, una ragazza splendida a cui nessun uomo riesce a resistere. Chi la desidera finisce per ossessionarsi e farla in mille pezzettini, in un raptus amoroso.

La disavventura di questa ragazza può essere letta in chiave metaforica ai diversi casi di femminicidio: omicidi dolosi a danno delle donne, in quanto oggetto di desiderio maschile. “Uccisa per amore” è la frase più comune che si vede in questi casi sulle testate giornalistiche. Tomie, però, non è una ragazza qualunque, è una creatura che non può morire. Grazie alla sua incredibile rigenerazione, da quei mille pezzi del suo corpo nasceranno altre mille Tomie identiche, pronte a vendicarsi. Qui il femminicidio si trasforma in un vero incubo.

Tomie non è una ragazza completamente innocente. È un demone freddo, vanitoso, viziato, arrogante ed egoista che manipola e illude chi la desidera, allo scopo di alimentare il suo smisurato ego. È crudele sopratutto verso chi le fa un torto o non si fa ammaliare.

Tomie… che ragazza spaventosa… No… non è una ragazza… è una mostruosità… Ma quante Tomie ci sono…? Con lo stesso volto, una dopo l’altra, proprio come la coda delle lucertole, che ricresce per quante volte la si tagli…

Tomie

La fotogenia in Tomie

Un particolare interessante è il fatto che Tomie odi essere fotografata.

Secondo il critico cinematografico francese Jean Delluc, la fotogenia è una qualità presente naturalmente negli esseri, che però viene evidenziata dalla riproduzione fotografica e cinematografica.

La fotografia riesce a catturare la vera bellezza delle cose, ma in Tomie la raffigura sempre in maniera grottesca. Questo perché la ragazza è in realtà una persona mostruosa che non riesce illudere l’occhio tecnico e realistico della fotocamera, a differenza dello sguardo umano.

È curioso che l’unico personaggio che la sfida e ne esce vittoriosa sia una fotografa che riesce a inquadrare ciò che Tomie è in realtà.

In conclusione

Tomie è sicuramente un manga simbolo del genere horror, l’opera che ha lanciato Junji Ito e che raffigura una ragazza talmente bella da diventare un vero incubo. Concludo invitando tutti a leggerlo, sopratutto agli appassionati del genere dell’orrore.

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