Il dettaglio, Federica Russo. Parte 2/3

E poi andremo a Parigi, perché anche se non capisci nulla del francese ti piacerà troppo il modo in cui la mia voce cambia mentre lo parlo.

Compreremo una casa un po’ fuori città, con un giardino pieno di gelsomini e insisterò per far arrivare da giù quello della nonna di mio nonno che ha più di centocinquant’anni.

Lavorerai tanto con i turni di notte il primo anno che saremo sposati, e passerò sere da sola a leggere e a tradurre aspettando che torni. Avremo anche discussioni sui figli. Io che non ne vorrò, tu che li desidererai così tanto. Una sera dopo una litigata sull’argomento tornerai ubriaco fradicio, in uno stato in cui non ti avrò mai visto prima. Piangerai, mi aprirai il tuo cuore, prometterai di esserci, cederò.

La gravidanza sarà uno strazio. Inizierai a diventare conosciuto nell’ambiente e a essere chiamato all’estero per delicati interventi. Sarai sempre più assente, ti rinfaccerò della promessa di essere presente. 

Quando nascerà la bambina sarai l’uomo più felice del mondo. Le daremo il nome di mia nonna perché avrà il suo stesso naso, avremo notti insonni in cui, seppur sempre più stanco, ti alzerai per calmarla.

Sei mesi dopo mi dirai di esserti innamorato della tua collega dai capelli rossi, il tuo braccio destro in tutti quegli interventi fuori dall’Italia. Urlerò, ti lancerò contro qualunque cosa mi capiti sottomano. Però non smettere di leggere, come ti ho già detto avremo un lieto fine.

La collega dopo un po’ inizierà a stare male, cancro. Le starai vicino ma un anno dopo tornerai da me, dirai che hai sbagliato, che io e tua figlia siamo tutto per te. Ti crederò, perché dopo averti aspettato così tanto e vedendo tutto il dolore che hai sopportato non saprò che altro fare se non riaccoglierti al mio fianco. Tradita, ferita, sempre pazza di te.

Lenirai la mia sofferenza a poco a poco, mi porterai di nuovo sulle stelle. La bambina crescerà allegra e intelligente e tu sarai sempre più fiero di lei. Quando i nostri amici ti faranno dei complimenti su di lei, riconoscendo di aver messo quasi sempre il lavoro al primo posto, candidamente risponderai: «È tutto merito di sua madre». Scriverò un libro, avrà un discreto successo e non mancherai una presentazione. Tu diventerai primario. Quando la piccola non più tanto piccola sceglierà il liceo classico, inizierò ad avere le prime rughe intorno agli occhi. A te i capelli saranno già caduti da un pezzo. Toccherà a me allontanarmi un po’ da te, cercare spazi miei in cui riconoscermi. A teatro, una sera, conoscerò qualcuno. Diversamente da come avevo fatto io anni prima, tu farai finta di non vedere, aspetterai che passi. E passerà.

Scriverò un libro, avrà un discreto successo e non mancherai una presentazione. Tu diventerai primario. Quando la piccola non più tanto piccola sceglierà il liceo classico, inizierò ad avere le prime rughe intorno agli occhi. A te i capelli saranno già caduti da un pezzo. Toccherà a me allontanarmi un po’ da te, cercare spazi miei in cui riconoscermi. A teatro, una sera, conoscerò qualcuno. Diversamente da come avevo fatto io anni prima, tu farai finta di non vedere, aspetterai che passi. E passerà.

CONTINUA…

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